In apertura, Antonio Ligabue, Aratura di buoi (1959-1961)
La città di Fermo ospita fino al 5 maggio la mostra Spiriti Selvaggi. Antonio Ligabue e l’eterna caccia. In esposizione nelle sale di Palazzo dei Priori, in pieno centro storico, gli animali dipinti da Antonio Ligabue appaiono crudi, sinceri e feroci, così come lo è lo stesso volto dell’artista nei suoi autoritratti. Delle circa 40 opere esposte in occasione della mostra, due – Volpino e Aratura con buoi – sono inedite, mentre Vedova nera non veniva esposta dal 2015. La mostra marchigiana, curata dagli storici dell’arte Vittorio Sgarbi e Marzio Dall’Acqua, è un’antologia di belve che, abbandonandosi all’istinto, lottano per la sopravvivenza, a cui si associano le più varie forme di autoritratto: Ligabue in motocicletta o in veste di cacciatore, mezzibusti dall’aria umiliata o con gli occhi inquieti.
Antonio Ligabue, Lotta di galli (1945)
In tutti i dipinti si ritrova un’espressività selvaggia, quasi violenta, e un dolore esistenziale scaturiti da una vita difficile, intensa e segnata dalla sofferenza in cui l’arte è stata forse l’unica consolazione. La sua unica fonte di ispirazione è lo zoo, un mondo di animali in cattività che Ligabue trasferisce nel territorio che costeggia il Po.
La mostra si inserisce nella più ampia iniziativa chiamata Il tempo delle mostre, che fino al 5 maggio prevede una seconda esposizione all’interno del palazzo di piazza del Popolo. Si tratta di Giuseppe Pende. Realtà, sogno e visione, in cui è possibile ammirare nature morte, ritratti e paesaggi reali – quelli pugliesi e marchigiani – e immaginari dell’autore.
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