In un’atmosfera commossa e sentita è stata inaugurata oggi a Roma Tiburtina la mattonella dedicata a Michele Bolgia e ai ferrovieri e finanzieri che spiombavano i treni diretti verso i lager nazisti. L’iniziativa, promossa da “Il Civico Giusto”, il progetto che vuole rendere omaggio proprio a quei cittadini eroici che, in tutta Europa, non hanno fatto finta di non vedere. Una vita, quella di Bolgia, che terminerà poi tragicamente nell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Alla cerimonia hanno partecipato anche due classi del liceo Bramante di Roma, che hanno partecipato attivamente al progetto montando il docufilm dedicato alle gesta - con le voci narranti di Marco Paolini (figlio di un ferroviere) e Massimo Wertmuller, la sigla finale di Luca Barbarossa - di chi si oppose alla tirannia e all’obbrobrio.

 

Allo svelamento della mattonella al binario 1 della stazione hanno partecipato Paolo Masini, coordinatore del progetto “il Civico giusto”, Massimo Pronio, della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Francesca Del Bello, presidente Municipio Roma II, Michele Di Sivo, direttore Archivio di Stato di Roma, Antonella Rossi, docente del liceo Bramante e ricercatrice storica. A fare gli onori di casa il direttore operations di Grandi Stazioni Rail, Salvatore Pellone.

 

L’iniziativa “il Civico giusto” intende evidenziare proprio quei luoghi dove si sono manifestate le opposizioni ai rastrellamenti nazisti, apponendo delle mattonelle ai portoni dei condomini dove furono nascosti cittadini ebrei. Un QRcode, inoltre, scansionabile con un qualunque cellulare, consente di approfondire la singola storia.

 

Un nuovo tassello di un percorso realizzato anche con la collaborazione di Fondazione FS, Istituto Luce e Rai Teche per le immagini storiche.

Il coordinatore del progetto, Paolo Masini, e la referente per la ricerca storica, Maria Grazia Lancellotti, hanno commentato: “La tappa della stazione Tiburtina è una delle più simboliche del nostro percorso romano. Un gesto, quello di Bolgia e degli altri, che potrà essere conosciuto da tutti. Ci piace pensare che le migliaia di passeggeri che frequentano la stazione potranno, attraverso il QRcode, vedere e ricordare una storia esemplare, viaggiando un po’ anche nel tempo”.