Transizione ecologica e rivoluzione digitale come assi portanti della strategia con cui le imprese si misureranno nell’ambito di Next Generation EU, verso un’economia capace di reagire nel breve e lungo periodo alla fase storica segnata dal Covid-19. Se ne è parlato oggi alla presenza di istituzioni - quattro i ministri intervenuti - e importanti imprese in un webinar organizzato dalle testate del Gruppo Caltagirone Editore dal titolo Il Piano - L’economia della prossima generazione, nell’ambito dell’iniziativa “Obbligati a Crescere” e moderato dai giornalisti Maria Latella e Osvaldo De Paolini, Vicedirettore Vicario de Il Messaggero.

Sullo sfondo del dibattito - che tra le realtà aziendali ha visto la presenza del Gruppo FS con il suo AD Gianfranco Battisti - la crescita dei prossimi anni nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con l’obiettivo di dare una scossa alle energie del Paese e fornire, al tempo stesso, una strategia comune che coinvolga trasversalmente politica e attori coinvolti nel costruire il modello di sviluppo che verrà. I ministri Giancarlo Giorgetti, Vittorio Colao, Enrico Giovannini e Mara Carfagna, hanno scandito i loro interventi alternati a quelli dei rappresentanti di aziende e istituti quali, oltre a FS, Leonardo, Intesa Sanpaolo, Microsoft Italia, Enel, Porsche Italia e Gruppo WeBuild.

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“Il piano può aiutare le imprese ma da solo non risolve il problema”. Queste le parole con cui il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha aperto il suo intervento indicando il ruolo fondamentale che l’imprenditoria italiana giocherà nella ripartenza dell’economia del paese. “Abbiamo messo la strumentazione per rispondere al ruolo pubblico in stato di crisi ma poi deve esserci la risposta coraggiosa degli imprenditori. L’alternativa sarebbe lo Stato come azionista al 100% ma non è questo il futuro che vogliamo creare”.

Un futuro che invece vedrà l’Italia impegnarsi, grazie ai fondi del PNRR, sull’innovazione tecnologica, sulla mobilità sostenibile e, come ha sottolineato il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, sulla chiusura del gap economico e sociale tra Nord e Sud. Una sfida che secondo il ministro deve essere affrontata dal governo e dal PNRR sotto due profili, la formazione degli insegnanti e la modernizzazione degli istituti scolastici attraverso l’estensione delle connessioni a banda larga e dei dispositivi elettronici, in modo da combattere il “sentimento di rassegnazione nel Sud e la sensazione di essere figli di un dio minore”.

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Un fenomeno culturale verso cui sembra essere indirizzato anche l’investimento di 300 milioni, voluti dal Ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini, per potenziare i collegamenti tra le aree interne del paese con le arterie principali di mobilità e permettere così ai cittadini di lavorare in città lontane da casa senza la necessità di trasferirsi.  Un intervento importante che si va ad affiancare agli 8,5 miliardi stanziati per il rinnovo dei materiali rotabili e per il miglioramento del trasporto pubblico locale e ai 25 miliardi messi in campo sulla cura del ferro che vede trai suoi obiettivi, come riporta lo stesso ministro Giovannini è quello di “portare l’alta velocità a Reggio Calabria e chiudere la Brescia-Padova” prevedendo un “raccordo con le linee regionali e potenziando le linee ferroviarie che andranno non solo da Nord a Sud ma anche da Est a Ovest”.

Questa ambita trasformazione del Paese non può avvenire senza la garanzia di una rinnovata mobilità sociale. Su questo punto si è concentrato l’intervento del Ministro dell’Innovazione Tecnologica Vittorio Colao che, parlando di crescita, ha indicato il ruolo dell’innovazione: “Dobbiamo crescere e in Italia dobbiamo farlo di più perché avremo anche un problema demografico molto forte. L’innovazione tecnologica è importante per spingere la mobilità sociale e ridurre le barriere tra il nostro paese e il resto del mondo. In cinque anni, se collaboreranno tutti, raggiungeremo i migliori livelli di competitività in Europa”.

L’Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti ha aperto il suo intervento affrontando il tema dell’accelerazione delle gare, ricordando i diversi cantieri al Sud che entro i prossimi mesi saranno attivi con una ricaduta importante di circa 130mila nuovi posti di lavoro, e che rappresenteranno una straordinaria leva di crescita per il PIL, “perché è di questo che il Paese ha bisogno”.

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FS PRIMO GRANDE INVESTITORE DEL PAESE

“Questo è un esempio su come possiamo incidere indipendentemente dal Recovery, ma è solo una parte, se si pensa che già nel 2020 abbiamo realizzato qualcosa come 21 miliardi di gare, il cui iter stiamo velocizzando per metterle a terra, quelle ancora non concluse, nei prossimi mesi. Siamo di fatto il primo grande investitore del Paese - ha evidenziato Gianfranco Battisti – e oltre a questo abbiamo contabilizzato investimenti, non solo infrastrutturali, per 8 miliardi di euro”. Importanti azioni si registrano anche sulla tecnologia per la quale “abbiamo chiuso gare per circa 4 miliardi”, che in buona parte hanno riguardato la digitalizzazione della catena del valore e della relazione con i clienti.

OTTIMIZZARE I COLLEGAMENTI CON L’EUROPA

Tra i cantieri che hanno continuato a lavorare durante la pandemia l’AD FS ha voluto citare il Terzo Valico: “Un’opera che consentirà al Paese di entrare in Europa cercando di ottimizzare i collegamenti verso il Nord, ma che soprattutto permetterà a tre grandi città come Genova, Milano e Torino di essere collegate a meno di un’ora, creando così una sorta di tripolo urbano in grado di competere con le grandi capitali europee. “Sono infrastrutture fondamentali per connettersi in Europa” ha proseguito, “connetteremo Genova con i grandi corridoi, non solo Rotterdam, ma anche Venezia, mentre la Brescia-Padova permetterà il collegamento veloce tra Milano e Venezia.

GLI INVESTIMENTI AL SUD

Riguardo ai 25 miliardi previsti dal PNRR per il ferro, Battisti ha affermato che “le Ferrovie se li aspettavano proprio per terminare i grandi corridoi europei che cambieranno l’assetto logistico del Paese”. Il completamento della Napoli-Bari, anche in questo caso, “porterà alla nascita di un’altra grande area urbana, con il risultato di 20mila nuovi posti di lavoro e un 1% del Pil per quel territorio”, una crescita che sarà fondamentale per le zone che soffrono di accessibilità, motivo per cui, anche per questo, “metà degli investimenti sarà fatta al Sud, perché non è possibile pensare a uno squilibrio logistico e infrastrutturale tra Nord e Mezzogiorno. Su questo la Salerno-Reggio Calabria avrà certamente un ruolo strategico, insieme alla velocizzazione sulla linea Palermo-Catania-Messina.

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NUOVA ACCESSIBILITÀ E REDISTRIBUZIONE DEI FLUSSI

Un sistema di accessibilità diffuso sarà fondamentale anche nella redistribuzione dei flussi turistici. Interventi saranno necessari anche sulle linee regionali e sui grandi nodi urbani, per venire incontro al sovradosaggio di domanda soprattutto nelle ore di punta, che rappresenta un gap fondamentale. “Stiamo ripensando a un modello di Alta Velocità non più focalizzato sull’asse fondamentale Torino-Napoli-Salerno, ma redistribuendolo anche su altre aree con potenziale di domanda”, ha detto Battisti nel ricordare che “ciò a cui stiamo assistendo è una deurbanizzazione verso centri più piccoli, dove la qualità della vita in molti casi è migliore, potendo contribuire alla loro crescita. Su questo stiamo rivedendo l'offerta, basti pensare che abbiamo portato l’Alta Velocità a Frosinone, a Cassino, su Siena, la stiamo portando a Orte, l’abbiamo portata a Battipaglia, stiamo estendendo fino a Lecce e in tante altre destinazioni il nostro percorso di AV”. L’economia della prossima generazione passerà anche attraverso un ridisegnamento del modello di offerta ferroviaria che tenga conto anche delle mutate abitudini lavorative, tra cui l’incremento dello smart working.

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