Riprende stasera, su Rai2, la terza stagione della fiction noir (targata Garbo Produzioni) La porta rossa. Tutto ruota attorno alle vicende di Leonardo Cagliostro, commissario di polizia di Trieste, passato a miglior vita ma rimasto tra i vivi per svelare i misteri che gravitano intorno alla sua famiglia. A vestire i panni del fantasma, ancora una volta, troviamo Lino Guanciale, volto simbolo di molti serial della tv pubblica.

Quali sono le novità di questa stagione?

Innanzitutto per i personaggi è passato lo stesso tempo trascorso per i telespettatori: li ritroviamo tutti a tre anni di distanza. Un periodo abbastanza lungo da rivoluzionare le vite dei protagonisti storici.

Ma che succede a Cagliostro?

Ha patito più di tutti la stasi forzata, prigioniero della nostra realtà e con l’obbligo di non interferire con le vite della moglie Anna e della figlia. È stato solo uno spettatore. In più non ha più visto Vanessa, la medium che gli ha impedito di varcare la porta rossa. Insomma, un fantasma sull’orlo di una crisi di nervi.

E poi?

Succedono cose che lo costringono a tornare in campo.

Quali difficoltà hai incontrato nel vestire i panni di un ectoplasma?

Più che altro problemi di ordine pratico. È un lavoro opposto rispetto a quello che di ì solito fa un attore. Cagliostro non può toccare né essere toccato, a meno che non interagisca con i poteri affinati nel tempo. A questo si aggiunge il fatto che deve sempre trasmettere una condizione di stordimento.

In cosa ti senti simile a Cagliostro?

Nel caratteraccio, anche se sono molto più educato. E nascondo meglio determinati difetti come la testardaggine e l’essere eccessivamente orgoglioso. Con l’età ho smussato gli angoli.

Da metà febbraio, su Rai1, torni anche con la serie Il commissario Ricciardi.

Sì, e questa volta diventa lui stesso una porta per le persone che non ci sono più a causa di un atto violento.

Buoni propositi per il 2023?

Staccare per un po’ dal set. Starò in famiglia per non perdermi quel momento magico rappresentato dal crescere un bambino piccolo. Ma farò teatro con gli spettacoli già allestiti: Europeana. Breve storia del XX secolo, L’uomo più crudele del mondo, insieme a Francesco Montanari, e Non svegliate lo spettatore, il recital su Ennio Flaiano.

Se ti dico treno cosa rispondi?

La mente mi riporta a uno dei primi provini importanti, quello con Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro di Milano. Non ho sentito la sveglia e ho perso il treno. Ho preso quello successivo: ancora ricordo quel viaggio confortevole, ma vissuto con tanta ansia. Però, alla fine, è andata bene: mi hanno preso.