In apertura, photo © Kenall/AdobeStock
Ci siamo lasciati il mese scorso con un invito all’ottimismo. Doveroso sempre, ma in particolar modo quando il cielo si addensa di nubi. Lo replichiamo a ottobre. Parliamo di un ottimismo non ingenuo o velleitario, ma realistico e inteso come netta antitesi alla rassegnazione. L’ottimismo della volontà e dell’impegno uniti alla capacità di leggere e interpretare (ma anche rappresentare) il caleidoscopio della realtà dai suoi innumerevoli punti divista e nelle sue altrettanto innumerevoli sfaccettature. Riconoscendo e accettando quindi la complessità, e rifuggendo dalle facili seppur accattivanti e persuasorie semplificazioni.
Le “visioni d’artista” strillate in copertina ci invitano a essere e a comportarci così. Analoghe riflessioni, se adotterete questa chiave di lettura, ve le potranno suggerire molti dei servizi che leggerete su questo numero della Freccia, dedicato in ampia parte alla Festa del cinema di Roma alla quale il Gruppo FS partecipa come sponsor e assegnando anche il Premio del pubblico.
Pittura, musica, fotografia e cinema, quando si traducono in autentica espressione del genio artistico, sono infatti capaci di spingerci oltre la superficie dei fenomeni umani, ci invitano o spesso ci costringono a guardare e soprattutto a vedere oltre, a scandagliare, a interrogarci, a emozionarci, ma anche a turbarci fino ad arrivare allo sgomento. Sebbene nessuno di noi possa astrarsi dalla cronaca, dalle vicende quotidiane e dal loro portato di ansie e difficoltà oggettive, ci conducono in una dimensione diversa.
E diventano utili e financo salutari (categorie che sembrerebbero lontane dal mondo dell’arte) quando ci fanno superare il confine tra l’intrattenimento e l’approfondimento e, soprattutto, tra il bello e il sublime. Ci mettono temporaneamente alla mercé di chi è capace di sparigliare le carte, lasciarci spiazzati, intimoriti, increduli di fronte al miracolo della creazione artistica. O, molto più banalmente, ma neppure troppo, possono provocarci uno spiazzante straniamento indotto dal rivivere il passato, immaginare il futuro e percepire il presente con gli occhi, il cuore e la testa altrui. Operazione che, condotta all’estremo, non deve ma può portare a mettere in discussione le nostre convinzioni fino al punto da indurci a ritenere la deprecata incoerenza una potenziale virtù.
Viaggiare è, in questo senso, un’esperienza artistica. Sempre che ci si ponga in cammino con un’adeguata predisposizione a mettersi in discussione. La Freccia d’ottobre, ma direi ogni numero di questo magazine, vuole essere proprio una sorta di viaggio, con annesso un piccolo ma intenso campionario di stimoli. Perché viaggiare non deve mai essere un semplice trasferimento da un luogo a un altro, ma l’occasione per conoscere e misurarsi con la diversità che ci circonda. Ecco, il prossimo mese vi chiederemo di raccontarci il vostro viaggio. Vero o sognato, reale o metaforico. E di cercare ed esprimere la vostra vena artistica. Di smuovere qualcosa, dentro di voi e dentro di noi.
Articolo tratto da La Freccia
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