La danza del tempo II (1979-1984) di Salvador Dalí

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Le cucine storiche della Palazzina di caccia di Stupinigi, a Nichelino, nella provincia torinese, accolgono per la prima volta poliedrici capolavori di Salvador Dalí, da ammirare fino al 19 febbraio.

 

Il maestro del Surrealismo utilizzava per le sue creazioni non solo la pittura e la bidimensionalità, ma anche il vetro-cristallo, mobili, gioielli e soprattutto il bronzo, con cui realizzò molte delle sue famose sculture. Affiancate da libri illustrati e oggetti in pasta di vetro, sono tutti pezzi d’eccezione che hanno girato il mondo tra cento musei internazionali e sono state viste da oltre 12 milioni di persone, che hanno apprezzato un aspetto meno conosciuto di Dalí. 

Space Elephant di Salvador Dalí

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Lungo il percorso dell’esposizione, prodotta da Next Exhibition in collaborazione con The Dalí Universe, si propone in tutta la sua magia il gioco delle connessioni e delle trasformazioni. Le ossessioni visive dell’artista prendono forma attraverso la manipolazione fisica degli oggetti.

 

Tra le creazioni dell’artista spagnolo ecco L’uomo con la farfalla, La donna in fiamme e Il cavaliere surrealista. La danza del tempo II e L’elefante spaziale mostrano, in particolare, i due simboli identificativi di Dalí: l’orologio molle e l’elefante con le gambe sottili, che rappresentano la relatività del tempo e la distorsione dello spazio.

 

Spiccano tra i bronzi anche Il Violino, che con la sua sinuosità ricorda una schiena umana, e, per colori e forme, tra le opere in vetro e cristallo, il Ciclope e l’Anti-Fiore. Non mancano preziosità come i due Caducei, serpenti attorcigliati, in oro 18 carati, argento e ametista.

 

A rivelare le sue capacità di illustratore, infine, contribuiscono alcune grafiche a colori come Dopo dieci anni di Surrealismo e Immaginazioni e oggetti del futuro. Senza dimenticare le sue doti di regista, scrittore e designer.