Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa spegne 35 candeline. In occasione della ricorrenza, la Fondazione FS Italiane ha in programma diverse iniziative partendo con due giornate di open day in programma sabato 14 e domenica 15 settembre per consentire a tutti di festeggiare l’evento al prezzo simbolico di un euro.
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Con la sua collezione unica di locomotive e carrozze storiche, è il luogo dove è custodita una parte importante della storia dello sviluppo industriale italiano. Il museo trova sede negli edifici delle ex officine borboniche, dove furono create le prime locomotive italiane. Incastonato nello splendore del golfo di Napoli nasconde cinque gioielli assolutamente da non perdere.
La carrozza reale
Negli anni Venti fu commissionato alla Fiat un nuovo treno per i viaggi del re e della sua famiglia che doveva essere dotato delle più moderne tecnologie disponibili. Consegnato nel 1929, il nuovo treno reale disponeva di tre carrozze, una per la regina, una per il re e la sala da pranzo, oggi esposta al Museo di Pietrarsa. L’allestimento interno fu curato dal noto architetto Giulio Casanova, che progettò i tre interni in modo davvero fastoso, come testimoniato dalla vettura preservata nel sito museale. Lunga 19 metri e 70 centimetri la vettura, di colore blu, è dotata di un tavolo in un unico pezzo di mogano lungo otto metri e con ventisei posti a sedere; il soffitto è intarsiato con lamine d’oro e medaglioni con gli stemmi delle quattro repubbliche marinare. Con la fine della monarchia, vennero apportate alcune modifiche alle decorazioni, eliminando i riferimenti alla casa reale. Nacque così il nuovo treno presidenziale, consegnato nel 1948.
La locomotiva Bayard
Tra le numerose locomotive ospitate nel padiglione delle locomotive a vapore del museo, il posto d’onore spetta senz’altro alla Bayard e al suo convoglio. La locomotiva e il materiale rimorchiato ad essa sono la fedele riproduzione di un treno originale della Napoli-Portici, del 1839. La ricostruzione fu eseguita nel 1939 dall’Officina di Porta a Prato, a Firenze, in occasione del primo centenario delle ferrovie in Italia. La Bayard originale entrò in servizio nel dicembre del 1839, essa fu quindi la terza locomotiva dopo la Vesuvio e la Longridge a circolare sulla prima linea ferroviaria d’Italia, in esercizio dal 3 ottobre di quell’anno. Il treno è composto da una carrozza di prima classe, da due di terza e da un bagagliaio. I colori differenti delle vetture avevano la funzione di distinguere le diverse classi fra loro, in quanto all’epoca solo in pochi avrebbero saputo leggere le scritte riportate sulle casse.
Modellismo e plastici ferroviari
I modelli esposti nella sala delle ex tornerie del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, il cosiddetto padiglione la cattedrale, hanno varia provenienza e furono realizzati quasi tutti tra i primi anni ’50 e gli anni ’70 del Novecento. Alcune targhette riportate sulle teche dei modelli hanno consentito di risalire alle ditte specializzate che in quegli anni li realizzarono per le FS: la ditta Giuseppe Patrone di Sestri Levante e l’Officina Iezzi di Roma. Il plastico trecento treni è senza dubbio l’opera simbolo di questa esposizione. Con un'estensione di circa 40mq rappresenta le stazioni di Firenze Santa Maria Novella e Bologna Centrale da cui si diramano dei binari che giungono fino ad un'area collinare. Oltre che per la grandezza e la sua complessità, il plastico si distingue perché realizzato interamente in modo artigianale, e perché è frutto dell’appassionato lavoro, di oltre quindici anni, di un solo uomo, il bolognese ed ex ferroviere Otello Brunetti. Un tempo ubicato nella stazione di Roma Termini: oggi, completato il restauro, è perfettamente funzionante per la gioia di grandi e piccini.
Le littorine
Con l’obiettivo di eliminare l’onerosa trazione a vapore dalle linee secondarie e di velocizzare i servizi, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta alcune industrie nazionali furono impegnate nella progettazione di mezzi termici leggeri e con notevole duttilità d’impiego nell’esercizio. Questi mezzi, chiamati poi correntemente automotrici, erano essenzialmente corriere su rotaie, dotate di motori di derivazione automobilistica e di due cabine di guida per garantirne la reversibilità. Le automotrici del gruppo ALn 556 si possono considerare di prima generazione: sono infatti dotate dei primi motori diesel veloci, progettati specificatamente per il servizio ferroviario. La trasmissione è realizzata con cambi meccanici di nuova concezione e sono dotate dei dispositivi per la marcia in comando multiplo. Fiat e Breda furono le due principali case costruttrici di littorine per le Ferrovie dello Stato.
I macchinari d'officina
La sala dei macchinari d’officina del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è dedicata alla storia produttiva dell’ex Opificio e delle sue attrezzature. Di forte impatto visivo sono gli enormi magli (1913- 1914) per la forgiatura del ferro, inizialmente alimentati a vapore e poi ad aria compressa; la grande calandra di fabbricazione americana usata per la piegatura delle lamiere e per sagomare le fodere delle caldaie; una grande gru del 1914 e una alesatrice verticale doppia, utilizzata per forare le bielle delle locomotive. Nel padiglione sono esposti anche attrezzi da lavoro un tempo creati dagli stessi operai e cimeli storici, come le apparecchiature radio adoperate nelle stazioni ferroviarie.
Open day al Museo di Pietrarsa
Le giornate di open day rientrano tra le iniziative della Fondazione FS Italiane per promuovere la cultura attraverso le bellezze storiche e paesaggistiche presenti su tutto il territorio nazionale. I biglietti d’ingresso saranno in vendita fino alle 16:00 al prezzo simbolico di un euro e il Museo sarà aperto dalle 9:00 alle 17:00. Ulteriori informazioni sono disponibili al numero 081472003 o inviando una mail a museopietrarsa@fondazionefs.it.
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