Lentamente attraverso il Salento in bicicletta e mi accorgo di quanto il viaggio sia intriso di profumi e colori che solo la fervida fantasia di Madre natura riesce a creare. Il paesaggio è brullo, a tratti aspro, ma ricco di specie vegetali. Tra queste è sicuramente preponderante l’ulivo, così nodoso e vigoroso trasmette sempre un sacro rispetto: guardare le sue fronde dall’alto, in una giornata ventosa, sembra quasi un prolungamento del mare con tutte le sue incessanti onde. Ne sono rapito. 

Arrivo a Martano, in provincia di Lecce, e con grande sorpresa leggo sul cartello stradale: città dell’aloe. In Puglia? Sono proprio curioso di scoprire la genesi di questa particolarità e mi avventuro nel paese alla ricerca di informazioni utili per dirimere la questione. Percorrere le strade di Martano è un’occasione per captare l’energia di questi luoghi. Le piccole vie del centro storico custodiscono tesori di una bellezza che si lascia ricordare. 

Martano, Puglia

Martano (LE)

In questo periodo dell’anno, le balconate barocche, le tipiche case a corte della Grecia Salentina e i palazzi signorili con gli incantevoli giardini in fiore sono un’esplosione di colori. E le facciate delle chiese in pietra leccese, su cui si infrangono i primi raggi di sole, sono solo il preludio di una giornata di scoperta. Pedalando per la cittadina nelle prime ore del mattino se ne scoprono le tracce storiche ma si percepisce anche l’ambizione di un luogo che si vuole distinguere per la custodia delle proprie radici e per il suo sguardo innovativo. Le importanti attività imprenditoriali ma anche le piccole botteghe rimandano l’immagine di un centro vivo e in continuo fermento. 

Proseguo la passeggiata e, a un tratto, non è solo la vista a essere impegnata. Ora sono i profumi a entrare nella testa e a confondere i sensi: cannella, mandorle tostate, cacao e poi crema, pistacchio e l’odore della frolla appena sfornata. Le stradine del centro cittadino sono animate dal vociare degli abitanti nei bar e nelle pasticcerie. Ve ne sono tante e in ognuna, oltre agli aromi, scopro anche quei sapori così tipici: il pasticciotto salentino, i mustaccioli e la cupeta a base di miele, zucchero sciolto e mandorle tritate. Ecco, Martano è questo: un caleidoscopio di profumatissimi colori. 

Il verde della campagna che circonda il paese lo ritrovi anche nella Villa, cioè il grande giardino comunale. Qui, a guarnire le aiuole, le piccole piantine di aloe donate da un tale Domenico. Anche i rondò ai vari ingressi di Martano sono abbelliti dall’aloe. I cittadini mi riconoscono, si avvicinano con cordialità e, chiacchierando con loro, scopro che questo signor Domenico era un rappresentante, un ragazzo volenteroso– mi dicono – «con una marcia in più». 

Sempre sorridente, lo si vedeva la mattina presto, elegante, a far colazione con gli amici prima di cominciare a girare la Puglia per lavoro. Una vita di sacrifici fino a un’intuizione: produrre principi attivi per la cosmesi grazie a una spiccata sensibilità per la natura e la bellezza. Oggi la sua azienda produce ed esporta cosmetici bio in tutto il mondo. Ma il suo progetto non si ferma. Domenico vuole restituire alla sua città natale un gesto d’amore, per renderla più bella e per stimolare il coinvolgimento dei cittadini verso la cura e il rispetto del proprio territorio e dell’ambiente. Vuole promuovere la partecipazione di tutti a iniziative sociali e ambientali che possano migliorare la qualità della vita e incentivare la capacità di attrazione turistica, favorendo un maggiore benessere economico in tutti i settori.

Coltivazione di aloe a Martano

Domenico Scordari e la sua coltivazione di aloe

Alla mia chiacchierata si inserisce un ragazzo, Marco. Mi dice di essere un agricoltore che coltiva aloe vera. Sono incuriosito, gli chiedo se sia un competitor del signor Domenico e, sorridendo, mi dice di essere un suo fornitore: proprio lui, racconta, lo aveva stimolato a guardare l’agricoltura come fonte di lavoro. È tutto chiaro, ora non mi resta che incontrare questo genius loci. 

Pedalando, raggiungo la periferia di Martano. Qui, mi indicano, ha sede l’azienda di Domenico Scordari. Mi fermo per scoprire qualcosa in più. Suono emi aprono subito. Ad accogliermi c’è Pierluigi, il figlio maggiore. L’accoglienza e la cordialità che mi riservano mi fa sentire subito tra amici. Saliamo le scale insieme e percepisco la grande sintonia tra i componenti dell’azienda. Domenico è seduto nel suo ufficio masi precipita nella sala riunioni dove, su un'intera parete, ci sono i prodotti sviluppati in questi anni nei suoi laboratori. Anche i riconoscimenti e i premi internazionali sono lì in bella mostra, a testimoniare l'impegno e la cura per ogni singolo cliente che si rivolge alla sua azienda. Mi offre subito da bere una bevanda all’aloe, accetto di buon grado e chiedo di poter visitare l’azienda. 

Iniziamo il giro, tra racconti di sogni giovanili e considerazioni critiche sul futuro. People and planet first è il suo motto e anche la filosofia dell’azienda, che già da qualche anno è diventata una BCorp, una Benefit Corporation con un impegno certificato per l'ambiente e per il sociale. Chiedo se è possibile vedere i laboratori e Domenico si presta ad accompagnarmi subito in questo viaggio che poi è anche un percorso tra le essenze mediterranee: agrumi, lavanda, rosmarino e, infine, la regina aloe. 

L'estrazione del suo succo è un momento unico ma la vera magia, mi spiega Domenico, è visitare la piantagione e accorgersi di come la natura abbia fatto spuntare tra l’aloe delle piantine di tabacco, una coltura oramai in disuso da decenni. Anche da questi piccoli miracoli prende spunto Domenico per dar vita ai suoi cosmetici. Nel tragitto incontriamo Marinella Coluccia, sua moglie, anche lei nella squadra. Mi invitano a visitare il Naturalis, borgo contadino nella periferia di Martano che è stato riportato in vita proprio dalla loro famiglia. 

Ci arriviamo in bici ma, prima di svoltare sulla stradina di campagna che mi porterà al bio resort, vengo rapito dalla vista di un monastero. È quello di Santa Maria della Consolazione, mi dicono, ed è abitato da monaci cistercensi. Entro nel chiostro e il silenzio mi avvolge donandomi immediatamente un senso di pace. Dal monastero al bio resort il tragitto è breve, il senso di pace non svanisce. Tutto è in armonia con la natura. 

Seduti a tavola, continuiamo la nostra chiacchierata e mi rendo conto di quanti sacrifici ci sono dietro tutta questa bellezza. Domenico è una persona entusiasta della vita e del lavoro che fa e, quando parla del suo territorio, ha luce pura negli occhi. Si percepisce una grande conoscenza e un grande amore per ogni angolo della sua terra. Inizio il giro del borgo, resto affascinato dalla cura nella ristrutturazione e da quanto rispetto ci sia nei confronti dell’ambiente. 

Vedo una grotta e leggo che è una spa, chiedo di visitarla e mi dicono che posso usufruirne. Non me lo faccio ripetere e mi rilasso il resto del tempo, pensando a quanto sia fondamentale – per realizzare un grande sogno – avere perseveranza. Più del sogno, serve la fede nel sogno stesso.

Articolo tratto da La Freccia