In apertura i vigneti di Mamete Prevostini in Valtellina © Silvano Rebai/AdobeStock

Scoprire zone enologiche di valore e territori dove la cucina è espressione della cultura delle materie prime. Il Giro d’Italia attraversa luoghi ricchi di gusto e sapori, naturalmente raggiungibili in treno, all’insegna della sostenibilità. La carovana della Corsa rosa, il cui prologo è in Ungheria, approda in Sicilia il 10 maggio per una tappa decisamente gourmet da Avola (SR) all’Etna. Partiamo anche noi da un prologo a Ispica (RG), qualche chilometro più a sud della partenza italiana, per visitare la Cantina Curto e degustare vini rossi solari e di corpo e il Dulce Netum, eccellente Moscato Passito di Noto, dai profumi intensi e prolungati.

 

Mentre i campioni del pedale rincorrono il tempo, possiamo concederci una piccola deviazione verso Ortigia, storico quartiere sul mare di Siracusa, e goderci la cucina di Giovanni Guarneri al ristorante Don Camillo: da provare i Gamberoni grigliati nella rete di maialino profumato di alloro e purè di patate.

 

Giunti alle pendici dell’Etna, la scelta delle cantine da visitare è davvero vasta e di alta qualità. Tra le più significative, la Tenuta di Fessina e l’azienda vinicola Massimo Lentsch. L’associazione Strade dell’Etna organizza escursioni enoturistiche a bordo del piccolo treno della linea Circumetnea: un’esperienza irrinunciabile. Per una sosta ghiotta e tipica, a Linguaglossa (CT) c’è la macelleria con cucina Dai Pennisi, dove provare la tartare di manzo con funghi porcini dell’Etna.

 

Tappa successiva è la Catania-Messina. Passando per Taormina, da non perdere La Capinera, ristorante stellato con la cucina di territorio dello chef Pietro D’Agostino, ma anche l’esperienza e la classe di Massimo Mantarro al Principe Cerami, salotto del gusto del San Domenico Palace. In abbinamento si può scegliere il nuovo Mar’è, vino bianco sapido e fruttato di Cantine Colosi.

L'Aglianico del Vulture Don Anselmo della Cantina Paternoster di Barile (PZ)

Risalendo la Calabria dietro alle biciclette in corsa, fermata obbligatoria al De Gustibus di Palmi (RC) per le delizie del mare preparate dalla famiglia Sciarrone. Pochi chilometri più a Nord, a Pizzo Calabro (VV), da gustare il Tonno al bergamotto, acqua di sedano e velo di cipolla di Tropea dello chef Giuseppe Romano al Me Restaurant.

 

Il Giro passa poi in Basilicata e fa tappa a Potenza. Per il vino: Don Anselmo, Aglianico del Vulture prodotto dalla Cantina Paternoster di Barile, nobile e longevo, opera dell’enologo Fabio Mecca. Per il cibo: Antica Osteria Marconi e Massimo Carleo Restaurant, entrambi nel capoluogo regionale.

 

Il passaggio in Campania suggerisce due indirizzi: a Giffoni Valle Piana (SA), la cantina Lunarossa di Mario Mazzitelli con il Fiano in purezza Quartara; a Napoli, la cucina di Domenico Candela del ristorante George, al sesto piano del Grand Hotel Parker’s, con splendida vista sul golfo, In Molise colpisce il paesaggio stupendo, intimo, quasi selvaggio. Da gustare le specialità della tavola alla Locanda Mammì, regno della chef Stefania di Pasquo.

 

Si risale poi lo stivale da Pescara a Jesi, viaggiando sul treno con livrea dedicata al Giro d’Italia, nella terra degli ottimi vini d’Abruzzo come quelli che la famiglia D’Onofrio produce nella cantina Cascina del Colle, a Villamagna (CH). A Pescara, si può sperimentare la cucina contemporanea e concreta dello chef Daniele D’Alberto al ristorante Nole.

Risotto alla Certosina: rane, gamberi di fiume e porcini del ristorante Spazio7 di Torino © Lido Vannucchi 

La Food Valley parmense vede transitare il Giro con una tappa dedicata a sua eccellenza il Parmigiano Reggiano. A Sorbara è necessario scoprire la grande abilità di Alberto Paltrinieri nel produrre ottimi Lambrusco, come il Leclisse: fresco, persistente, delicato. A Fidenza (PR), Osteria di Fornio per la vera tradizione.

 

Tra il 19 e il 21 maggio, Liguria e Piemonte sono sotto i riflettori del ciclismo con tappe tra Sanremo e Cuneo e tra Santena e Torino. A Priola (CN), si può prenotare una sosta gourmet da Acqua e Farina per gustare il talento di Andrea Brunetti, maestro della panificazione creativa. Il giorno dopo si passa per Arignano (TO), dove il paesaggio è dominato dalla Rocca: un castello medievale con un relais tutto da scoprire e la sfiziosa cucina di Fabio Sgrò. A Torino è bello respirare arte contemporanea e raffinata cucina a Spazio7, il progetto guidato da Emilio Re Rebaudengo che vede in cucina lo chef Alessandro Mecca.

 

Il 24 maggio, da Salò (BS) all’Aprica (SO), si corre la tappa enoica del Giro d’Italia, nominata quest’anno Sforzato Wine Stage in omaggio al rosso più celebre della Valtellina. Un vino iconico, espressione del vitigno Nebbiolo, coltivato in una zona dove le tracce della viticoltura risalgono al periodo dell’Antica Roma. Detto anche Sfursat, è un rosso secco e passito di grande spinta aromatica, intenso, deciso ed elegante. Notevoli quelli della cantina Mamete Prevostini a Mese (SO).

 

Le strade del ciclismo si accingono poi a percorrere zone vinicole privilegiate come il Trentino e le colline di Valdobbiadene, giungendo in Friuli, terra vocata ai bianchi, come confermano, tra i molti validi, il Friulano della cantina Bolzicco a Cormons o la Ribolla Gialla di Tenuta Stella a Dolegna del Collio, entrambe in provincia di Gorizia. Traguardo finale del Giro d’Italia edizione 105 è Verona. Qui la scelta tra Amarone, Ripasso e Ripasso Superiore, tipologie principesse della Valpolicella, non potrà che essere vincente.

Articolo tratto da La Freccia