È Fabio Mecca "l’enologo dell’anno 2021”. A decretarlo Food and Travel Italia, la prestigiosa edizione italiana del primo magazine internazionale (è diffuso in 18 Paesi) che si occupa di enogastronomia, beverage, viaggi gourmet e turismo di alto profilo. L’incoronazione è avvenuta nel corso della quarta edizione degli Awards di Food and Travel Italia che si è svolta ancora una volta in Italia, al San Barbato Resort Spa & Golf a Lavello (Potenza), in un format che valorizza cibo, vino, turismo, imprenditoria e cultura territoriale. A determinare la vittoria dell'enologo lucano, originario di Barile (Potenza), sono stati i voti pervenuti dai lettori sul sito web della rivista.

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Fabio Mecca, nato nel 1982, è cresciuto in una famiglia di vignaioli della Basilicata, sua terra di origine, la mamma era una Paternoster, si laurea a Conegliano Veneto e intraprende una brillante carriera. La sua voglia di imparare e fare bene lo porta a collaborare subito con Roberto Cipresso, enologo di fama internazionale. Oggi è enologo della cantina Paternoster, di proprietà della famiglia Tommasi e consulente di altre prestigiose realtà vinicole italiane.  Nella guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club, appena uscita, hanno meritato le 4 stelle e la dizione “Vino da non perdere” i suoi Calabria igt rosso Ricupo 2013 di Farneto del Principe, e Aglianico del Vulture superiore docg Tenute Piano Regio 2016 di Agricola Strapellum.

Sono sue creature vini come il Gratena Nero di Fattoria di Gratena in Toscana, Vigna del Vulcano di Villa Dora, Nero di Troia di Decanto e Kalipso di Cantine Val di Neto, per citarne alcuni di cui abbiamo apprezzato in degustazione la coerenza stilistica e l’impronta vinicola. Mecca è consigliere Assoenologia per Puglia, Basilicata e Calabria e delegato della Basilicata. “La Basilicata, in particolare il Vulture, è la mia sede centrale, sono responsabile tecnico dell’azienda vinicola Paternoster, famiglia della quale rappresento la quarta generazione, per la quale seguo anche l’aspetto produttivo della loro azienda in Puglia, Masseria Surani. Inoltre sono consulente di altre aziende vinicole dalla Toscana alla Calabria. L’obiettivo è sempre produrre qualità”.

Nel 2013 gli viene assegnata la medaglia del Cangrande come benemerito della vitivinicoltura Italiana al Vinitaly a Verona. Man mano le aziende crescono, e aumentano i successi personali, coronati quest'anno con la nomina di “enologo dell'anno 2021” . “Ricevere questo riconoscimento è per me una grandissima emozione - commenta Mecca - non è facile essere enologo al Sud Italia, occorre impiegare il doppio delle energie e della determinazione. Sono enormemente felice, anche perché per la prima volta un premio così prestigioso è arrivato al Sud, ed in particolare in Basilicata, terra di grande importanza enologica ma forse, sempre in secondo piano. Non è facile esprimere le emozioni che provo, è il raggiungimento di un traguardo importante, ma è anche l'inizio di un nuovo percorso professionale. Per questo - conclude - condivido questo premio con le mie aziende perché grazie a loro ho potuto farmi conoscere".

Esiste uno “stile Mecca”? Un’impronta riconoscibile? “Sì, esiste uno stile Mecca. Il mio, come lo hanno definito persone molto preparate, è caratterizzato da una grandissima pulizia e dal profondo rispetto per il territorio: fattori che consentono di riconoscere in un vino tutta la sua identità”.