RFI ha inaugurato proprio ieri il primo dibattito pubblico sotto l’egida del PNRR per il progetto da un miliardo di euro della circonvallazione di Trento. “Un’esperienza positiva, a cui ci siamo preparati con attenzione e spirito costruttivo, ma soprattutto un’occasione che dovrà dare vita allo sviluppo di competenze specifiche e trasversali per affrontare una fase molto interessante e rendere sostenibile verso gli stakeholder il progetto stesso”. Così Vera Fiorani, Amministratrice Delegata di Rete Ferroviaria Italiana, intervenuta al convegno organizzato a Roma da Universitas Mercatorum dal titolo Le sfide dell'ingegneria delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e i nuovi fabbisogni formativi.
Al centro dell’intervento della top manager, l’apporto delle infrastrutture ferroviarie agli obiettivi di sostenibilità che Europa e Italia si sono prefissati, e di come lo shift modale avrà un ruolo strategico nelle prossime scelte. “La mobilità ferroviaria, già oggi, rispetto ad altre modalità di trasporto, è molto meno impattante sul processo di immissione di anidride carbonica nella nostra atmosfera; questa è sostanzialmente la ragione per cui il Governo italiano avrà il compito di declinare le azioni verso questa direzione”, ha detto l’AD. “Lo shift modale si attua in tanti modi, sicuramente offrendo maggiore possibilità di spostamento per persone e merci attraverso la ferrovia. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, coerentemente con questo tipo di approccio, destina un'importante quota delle risorse finanziarie, circa 23 miliardi, proprio per il potenziamento di questo genere di mobilità”.
Roma, Tempio di Adriano: Convegno di Università Mercatorum
Fiorani ha sottolineato come si tratti di un percorso che avviene attraverso linee di sviluppo ben definite, come ad esempio gli investimenti nell’ambito dell’Alta Velocità al Sud, che saranno completati con risorse aggiuntive e che comprendono tutte le connessioni trasversali alla dorsale da Milano a Reggio Calabria che si connetteranno a questo sistema, a favore prevalentemente dei passeggeri da cui non si esclude la movimentazione delle merci. “Il Piano si focalizza molto sulla connessione tra stazioni ferroviarie e aeroporti per fare in modo che ci si muova attraverso meccanismi di cambio di modalità a seconda delle esigenze. Per le merci - ha proseguito - il fenomeno è presidiato attraverso i collegamenti con porti e interporti, che pure fanno parte del PNRR”. Diventa dunque di fondamentale importanza tutto il piano di potenziamento a Sud, ma non solo, e in particolare delle stazioni: punti di accesso alla modalità ferroviaria che diventano un luogo dove si accede a meccanismi di sharing, bus, biciclette, servizi della mobilità che consentano di arrivare e ripartire da un hub all’altro, dove il baricentro del viaggio rimane quello fatto in treno”.
L’AD di RFI ha evidenziato come si tratti di un programma “complesso e sfidante, che utilizza strumenti di pianificazione soprattutto per quei progetti che partono dalla prima fase di progettazione tecnico-economica, oggi arricchita in relazione alle linee guida emanate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sul contenuto degli studi di fattibilità accompagnati - ha spiegato Fiorani - da uno studio di sostenibilità che compare in maniera strutturata nei nostri documenti, questo per capire come si muoveranno persone e merci in un territorio dove si realizza una nuova infrastruttura. Si tratta - ha concluso - di un insieme di elementi che poi consentiranno di affrontare un dibattito pubblico sui progetti”.
La raccolta fondi a bordo dei treni e nelle stazioni
07 aprile 2025