Con la tratta Roma-Pompei, il 16 luglio, si avvia un importante progetto che coniuga tradizione e modernità e si segna un’ulteriore tappa dell’espansione nel Meridione d’Italia della rete dei collegamenti. Che ciò avvenga poi nel nome della cultura, unendo la Capitale a uno dei siti archeologici più importanti al mondo, ha un alto valore simbolico, che interpreta al meglio due dei caratteri originali fondativi della nostra nazione: la forte spinta all’innovazione e la ricchezza del patrimonio culturale. Roma e l’antica Pompei sono ora più vicine, permettendo ai tanti visitatori che dall’estero sono tornati ancor più numerosi in Italia di poter facilmente ammirare nello stesso soggiorno la meraviglia del Foro Romano, del Palatino e del Colosseo e la magica suggestione dei resti della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo.

Questa, tuttavia, non è solo la realizzazione di un collegamento rapido e veloce, che favorirà ancora di più lo sviluppo del turismo culturale nel Sud portando una crescita armoniosa e sostenibile del territorio. La nuova tratta ad alta velocità ha infatti un forte potere evocativo. Da un lato, essa rimanda immediatamente al Grand Tour a cavallo del ‘700 e dell’800, quando i letterati e gli artisti del Nord Europa scoprirono il Sud Italia e le sue radici greco-romane, riconnettendo questa importante tradizione al pensiero e alla sensibilità culturale dell’epoca. Goethe, Hessemer, Keats e molti altri scrittori e poeti percorsero le strade e visitarono le città e le rovine archeologiche del Meridione, trascorrendovi una parte rilevante del periodo dedicato alla propria formazione intellettuale e traendovi notevole ispirazione creativa.  Dall’altro lato, con quest’opera si rende onore alla prima linea ferroviaria nella penisola italiana, la Napoli-Portici, costruita dall’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie e inaugurata dal re delle Due Sicilie, Ferdinando II, nel 1839.  Lungo i binari che i passeggeri si troveranno a percorrere, quindi, la storia entra nella nostra modernità, raccontando un’Italia sempre più connessa e contemporanea ma ben salda nelle sue radici, consapevole del proprio patrimonio culturale e orgogliosa del suo passato, pronta più che mai a essere una protagonista del futuro.

Articolo a firma del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano tratto dal numero di luglio 2023 de La Freccia