Quest’anno Rock in Roma mette in campo una serie di live niente male. E tra i nomi più interessanti ci sono i Coma_Cose, che il 27 giugno si esibiscono all’Ippodromo delle Capannelle per poi proseguire con una tournée zeppa di date: da Ferrara (29 giugno) a Lignano Sabbiadoro (2 settembre), passando per città come Genova e Brescia (2 e 24 luglio), Gallipoli, Rimini e Matera (3, 5 e 25 agosto). Insomma, per tutta l’estate Fausto e California saranno on stage.

Non vi fermate un attimo, quindi.

[F] Questo tour arriva dopo tante soddisfazioni ricevute dai concerti invernali che hanno consolidato un rapporto con il pubblico interrotto per un po’ di tempo a causa delle limitazioni legate alla pandemia. È una palestra per testare le novità, come l’allargamento della band. Il live è il momento di raccolta di un percorso, saltiamo dai brani dell’ultimo disco a quelli dell’inizio della nostra produzione. E creiamo un racconto anche con il linguaggio non verbale del corpo.

La vostra summer hit è Agosto morsica. Che estate raccontate?

[C] È una fotografia di quando si esce e si vive talmente tanto che si fa mattina in connessione con gli altri. C’è sempre, però, un’allegra malinconia.

Il pubblico nazional-popolare vi ha scoperto grazie a Sanremo. Come sono stati i vostri festival?

[C] Il primo in pieno Covid-19. Venendo da un pubblico di nicchia e alternativo, con Fiamme negli occhi ci siamo fatti conoscere. Il secondo ha rappresentato la voglia di andare avanti e raccontare la nostra storia, come abbiamo sempre fatto. Siamo contenti: le persone si ricordavano di noi e ci hanno supportati. La nostra narrazione è arrivata al cuore.

Cosa rappresenta il viaggio per voi?

[F] Una componente fondamentale. Abbiamo preso tantissimi treni. E tutt’ora è così. È una parte integrante dell’esperienza del concerto: sul vagone cominci a immaginarti, scrivi. Il finestrino è un quadro in movimento dove pescare immagini e situazioni. Viviamo il viaggio sempre con entusiasmo.

Quello che vi ha cambiato?

[F] Ricordo un concerto a Milazzo, in Sicilia. Fu il primo molto lontano da casa e vedere gente che cantava i nostri brani davanti a un mare bellissimo mi ha fatto rendere conto della potenza della musica. E di quello che stavamo costruendo e mettendo nel mondo.

[C] Sono appena tornata da Ibiza e sono ancora lì con la testa. Ho vissuto l’isola da local: è magica, con tanta natura florida e una comunità di persone che vivono in modo alternativo. In viaggio si cerca quello che manca prendendo ciò di cui abbiamo bisogno. Vedere persone che vivono in modo diverso da noi ci arricchisce. Vi siete esibiti a Londra e a Parigi.

Volete diventare internazionali?

[C] Suonare all’estero è stato pazzesco. In quelle due città abbiamo registrato il sold out. È stato interessante vedere quanta voglia di casa c’è negli italiani che vivono in un altro Paese. Ma anche notare che chi è del luogo si interessa a qualcosa di lontano. Il nostro obiettivo è l’espansione, cercare di arrivare il più lontano possibile.