In apertura una foto dell'edizione 2022 del festival © Luciano Rossetti/Phocus

Il Bergamo jazz festival, kermesse musicale organizzata quest’anno nell’ambito degli eventi che celebrano Bergamo Brescia Capitale della cultura, giunge alla sua 44esima edizione e porta in città artisti nazionali e internazionali come la cantante americana Cécile McLorin Salvant o il duo composto da Paolo Fresu e Rita Marcotulli. Ad ospitarli, dal 19 al 26 marzo, i palchi del Teatro Donizetti e del Teatro sociale, ma anche chiese, musei e locali che per l’occasione si trasformano in veri jazz club. 

© Giorgia Corti

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Il programma è ricco e dà spazio anche ai giovani talenti e alla didattica, con incontri dedicati agli studenti delle scuole secondarie. Il festival aderisce inoltre al progetto Green Friendly Event del Comune di Bergamo e alla rete nazionale Jazz Takes The Green che vuole favorire la riconversione dei festival da eventi ad alto impatto ambientale a manifestazioni green, grazie all’adozione di criteri ambientali minimi che riguardano la riduzione del consumo di risorse naturali, la mobilità sostenibile e la gestione rifiuti. Risponde a questo spirito l’iniziativa Itinerario nell’acqua, realizzata in collaborazione con UniAcque, società che si occupa del servizio idrico della provincia di Bergamo e importante partner della Fondazione Teatro Donizetti. Nelle mattinate di sabato 25 e domenica 26 si potrà partecipare a un vero e proprio itinerario dell’acqua che si sviluppa in Città Alta su un tratto di strade e viuzze di circa 3 chilometri.

© Giorgia Corti

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La direzione artistica dell’edizione 2023 è affidata a Maria Pia De Vito, cantante e compositrice da sempre vicina al mondo della sperimentazione jazzistica, che ha più volte espresso la sua predilezione per questa forma d'arte: «La musica tutta può essere definita come “la scienza dell’organizzazione dei suoni”. E, in misura più o meno organizzata, crea uno spazio/tempo i cui ritmi ci portano in una dimensione diversa da quella quotidiana. Ma quando parliamo di jazz, sia esso più vicino alla tradizione che alle forme più aperte ed improvvisate, parliamo di una musica che è un’esperienza ogni volta trasformativa. Si è quindi all’ascolto di un movimento sonoro che permette di essere guidati dalle profondità ancestrali del proprio subconscio».

Un incantesimo che si compie a Bergamo da più di 40 anni e fa della città un punto di riferimento per gli appassionati del genere.