In tutto il servizio immagini Dolce&Gabbana Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria - Venezia 2021

Foto Ufficio Stampa Dolce&Gabbana   

È dalle mani che nasce l’opera dell’uomo. Dal gesto sapiente di un sarto o di un artigiano: semplice, naturale ma al tempo stesso carico di studio e di cultura. Di tali maestrie l’Italia è piena e lo sanno bene Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che preferiscono la dimensione intima e personale del nostro Paese per presentare la loro couture. Come due mecenati, dal 2012 scelgono di mostrare le loro creazioni in Italia incontrando le realtà artigianali locali, per promuovere il territorio e far riscoprire i tesori nascosti della nostra tradizione.

 

Un ideale Grand Tour che li ha riportati a Venezia, dove avevano già sfilato nel 2013: dal 28 al 30 agosto hanno invaso i canali e i ponti della Serenissima con le loro collezioni di Alta Moda, Alta Sartoria, Alta Gioielleria e Alta Orologeria. Uno spettacolo che ha incantato piazza San Marco, tra abiti preziosi e vip internazionali, prima fra tutte Jennifer Lopez, e le note di Nessun dorma della Turandot cantata dal premio Oscar Jennifer Hudson all’apertura delle sfilate femminili. Un evento che è stato anche l’occasione giusta per la preview di Dolce&Gabbana Casa. Prima di rientrare a Milano per la Fashion week del prêt-à-porter, dal 21 al 27, gli stilisti si soffermano sulla bellezza assoluta d’Italia. 

Stefano Gabbana e Domenico Dolce

Stefano Gabbana e Domenico Dolce

Com’è stato tornare in Laguna per queste nuove sfilate?

DD&SG Venezia rappresenta per noi la perfetta armonia degli opposti che si attraggono: è romantica e sensuale, malinconica e gioiosa, luminosa e notturna, sacra e profana. È la città di Marco Polo e Casanova, storicamente crocevia di culture, un porto sul mondo. Tutti sognano Venezia. È per questo che è così magica ed è per questo che abbiamo deciso di tornare lì: riesce a regalarti qualcosa di nuovo ogni volta.

 

L’appuntamento nella città veneta rientra nell’ideale Grand Tour d’Italia partito nel 2012 da Taormina per valorizzare il patrimonio artigianale del Paese. Come è nata l’idea?

DD Molti aspetti della cultura sono stati massificati. C’è troppo “fast”: nella moda, nel cibo, nella comunicazione, nella cultura. Il mondo che viviamo ha trasformato il fashion in un logo o in una borsa. Noi volevamo riscoprire il talento e la creatività manuale.

SG Siamo ossessionati dal “fatto a mano” perché è dalle mani che nasce l’opera dell’uomo. Con le mani si scrive, si cuce, si disegna. In Italia c’è una manualità eccezionale e, lavorando con le sarte e le ricamatrici, abbiamo riscoperto l’umanità della moda. Viviamo in un Paese che ha un patrimonio artistico e culturale incredibile e siamo orgogliosi di poter dare spazio alle maestrie artigiane che ancora oggi rappresentano la vera eccellenza.

 

Nel 2015, alle collezioni femminili d’Alta Moda si aggiungono quelle maschili di Alta Sartoria. Insieme all’Alta Gioielleria e all’Alta Orologeria il progetto diventa a tutto tondo e tocca ogni sfera della couture. Come si è sviluppata questa evoluzione?

DD È stata naturale. L’Alta Sartoria, per esempio, è una risposta alle richieste di mariti, figli e amici delle nostre clienti che volevano avere qualcosa di veramente unico anche per loro: dopotutto, la tradizione sartoriale, il concetto del “vestire bene” e del decoro sono sempre stati parte della cultura maschile.

SG Gioielli e orologi sono per loro natura oggetti preziosi: con le collezioni Alta Gioielleria e Alta Orologeria abbiamo voluto far entrare questi due mondi nell’universo delle creazioni uniche di Dolce&Gabbana. Anche in questo caso lo abbiamo fatto riscoprendo le antiche tecniche artistiche e artigianali italiane: l’incisione, la filigrana, lo smalto, le miniature, il micromosaico.

 

Nel 2012 avete lanciato anche Botteghe di Mestiere, un percorso formativo all’interno della vostra azienda per avvicinare i giovani alla sartoria.

DD Per noi la bottega come centro di diffusione del saper fare è il cuore della moda. Da qui l’idea di un percorso professionale capace di trasmettere ai giovani le basi della sartoria e, allo stesso tempo, offrire opportunità di lavoro. È un progetto a cui teniamo moltissimo.

SG Insegniamo le lavorazioni come una volta: modellistica, ricamo, taglio e stiro. Ogni attività fa capo a una maestra delle nostre sartorie. Ci teniamo molto perché è un’iniziativa che unisce due delle cose che ci stanno più a cuore: la crescita dei giovani e la diffusione dell’artigianato che tutto il mondo ci invidia. 

Modella su gondola veneziana

Quali eccellenze manifatturiere e artistiche avete incontrato per l’evento in Laguna?

DD&SG Abbiamo voluto rendere omaggio a Venezia e alle sue meraviglie, utilizzando tecniche artigianali locali per la realizzazione e il decoro delle nostre creazioni: sperimentare con vetro, cristalli e resine è stato affascinante. Lavorare con gli artigiani locali si è rivelato fondamentale, custodiscono le tradizioni e i segreti del mestiere, quel saper fare antico che dobbiamo proteggere a tutti i costi. Abbiamo incontrato diverse realtà, tra cui Bevilacqua, Barovier & Toso, Mian, I Dogi, Venini, Bardini, Salviati: collaborare con ciascuno di loro è stato importante: tutti ci hanno ricordato, ancora una volta, quanto sia prezioso e speciale il lavoro di bottega.

 

Anche lo scorso anno, a Firenze, avete collaborato con 40 artigiani provenienti da altrettante botteghe storiche locali. Come è andato l’incontro con loro?

DD Abbiamo trascorso qualche giorno nel capoluogo toscano per scoprire tutte le forme di artigianato da promuovere e mantenere in vita. Volevamo incontrare dal vivo i maestri, sentire l’atmosfera che si respira nelle loro botteghe e nei loro laboratori. Li abbiamo conosciuti uno per uno selezionando i lavori che meglio mostravano il saper fare italiano.

SG Abbiamo sempre incentivato e amato la contaminazione delle arti, dalla pittura alla moda, dal design all’architettura. In quell’occasione abbiamo scelto non solo artigiani vicini al nostro mondo, ma anche ebanisti, maestri della scagliola, rilegatori, piumai, argentieri. Professioni antiche, ancorate alla tradizione italiana, che trasmettono e tramandano il patrimonio culturale del nostro Paese.

 

L’artigianato tessile italiano è stata una delle attività più colpite dalla pandemia. Come si può rilanciare il settore?

DD&SG Bisogna fare sistema. Investire nella filiera e nei giovani. Credere nell’eccellenza e nella specializzazione degli artigiani e continuare a sperimentare fidandosi della loro esperienza. Nei mesi più difficili, abbiamo avuto il tempo per apprezzare e riscoprire quello che prima non vedevamo, scoprendo ciò che è bello e fatto bene. Bisogna ripartire da qui. Se noi per primi perdiamo di vista questi valori, non possiamo sperare che il sistema moda e le sue eccellenze abbiano l’attenzione che meritano. 

Modelli sfilano a Venezia

Quanto è importante nel vostro lavoro il legame con le radici e il territorio?

SG È essenziale. Comprendere la tua terra fa riscoprire te stesso. Vale lo stesso per la moda: con un abito esprimi i tuoi valori, il tuo passato e il tuo futuro.

DD Noi lo abbiamo capito già agli esordi, da quel viaggio in Sicilia in cui Stefano, dopo aver visto la foto di una donna ammantata di nero su uno sfondo tipico, mi disse che quello era ciò che avremmo dovuto fare.

 

I vostri posti del cuore in Italia?

SG È impossibile scegliere: siamo immersi nella bellezza assoluta. Non sono solo i luoghi a ispirarci, ma anche le tradizioni, la cultura. Noi italiani non ce ne rendiamo conto, ma la nostra terra ci restituisce sempre bellezza. Ce lo ricordano i turisti che si innamorano del nostro Paese, dovremmo tutti esserne ambasciatori.

DD Taormina, Venezia, Capri, Portofino, Como, Palermo, Agrigento, Napoli. Basta solo ricordare alcune delle località che hanno ospitato i nostri eventi per renderci conto di quanto siamo fortunati. 

Articolo tratto da La Freccia