Foto di Antonio Pupa
Incontrare un mandarino cinese, poi una signora in burqa e infine un gentleman indonesiano. Non è un viaggio intercontinentale, ma una visita al Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma. Fino al 31 dicembre la mostra Mode nel mondo: i vestiti raccontano la vita dei popoli permette una passeggiata emozionante nell’atlante del costume mondiale. Un’avventura fashion per approfondire la conoscenza della moda degli ultimi due secoli.
In principio vi era la seta. Ad aprire la rassegna è la Cina con abiti liturgici della tradizione taoista, il Qipao (il vestito tradizionale femminile) e i capi tipici delle grandi rappresentazioni teatrali. Ma anche calzature da donna del Grande impero, le scarpette con tacco a zoccolo, oltre all’ornamento nuziale: collare in tubolare a sezione rettangolare la cui faccia superiore rappresenta due draghi (simbolo di fertilità maschile).
Dall’Indonesia, scialli della cultura Batak dell’isola di Sumatra e abiti maschili tradizionali. E ancora, dal Giappone, giacche Haori, anch’esse rigorosamente di seta, con i Mon, gli stemmi di famiglia, oltre all’Hakama, indumento tradizionale maschile, le cui pieghe rappresentano la Via dei 5 principi e il Kimono femminile.
E ancora, dal Sudan zucchetti, scarpe e babbucce tribali, dal Ghana tessuti cerimoniali in seta della tribù Ashant, dal Burkina Faso un abito tradizionale composto di tunica e pantaloni, dal Bangladesh il Burqa azzurro delle donne musulmane bengalesi e dal Camerun le collane Kweyma KJella e le cavigliere di alluminio decorate a testa di uccello.
Il posto d’onore spetta al Longpao, l’abito dei draghi, un’elegantissima veste cinese di corte di epoca Qing.
«L’abbigliamento è stato (e lo è ancora) elemento di riconoscibilità sociale e divisione, ma anche di condivisione: un altalenare tra essere e apparire che deve molto all’abito e a ciò che si indossa. Quindi si tratta di un viaggio intorno al mondo molto affascinante», dichiara Nicoletta Paci, assessora alla Partecipazione e ai Diritti dei cittadini del Comune di Parma. L’esposizione temporanea, che prevede riallestimenti nel corso dell’anno espositivo, è sì un percorso che punta ad esprimere, attraverso i vestiti, il proprio concetto di estetica ma enfatizza anche il ruolo dell’individuo all’interno della società.
Tramite ciò che si indossa e gli ornamenti che accompagnano l’abito, è facile capire l’appartenenza a uno stato sociale o a un’etnia. L’abbigliamento è comunicazione, un vero e proprio linguaggio sociale.
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