In apertura e all'interno, Mr. Arbitrium di Emanuele Giannelli, Basilica di San Lorenzo, Firenze
Un colosso latteo di quasi sei metri sembra sorreggere la Basilica di San Lorenzo dal suo lato sinistro, con sforzo plastico, muscoli tesi, viso contratto. Si chiama Mr. Arbitrium, la scultura monumentale di Emanuele Giannelli, realizzata con una complessa tecnica in resina, stuccata e dipinta a mano con effetto marmoreo e in residenza a Firenze fino al 30 novembre.
Proprio là dove pare che Michelangelo avesse previsto una colonna nella sua facciata mai realizzata. E nel nome, il gigante pelato con occhialini da saldatore, porta il messaggio della scelta autonoma, della personale interpretazione concettuale del sorreggere o dello spingere: la religione, le tradizioni, il passato o i simboli dell’Occidente.
Secondo l’artista romano – che ha preferito vivere e lavorare a Seravezza (LU), dalle cui cave i Medici estraevano il marmo per chiese, statue e fontane – nel futuro prossimo saremo chiamati a scegliere che tipo di umanesimo vivere, tra scienza, tecnologia ed etica. Incerti su quale direzione percorrere, filosofica e culturale, tutti potranno ascoltare l’intimo “io”, agendo secondo le proprie capacità e la propria coscienza.
Seguendo il libero arbitrio, appunto, con uno sforzo di discernimento capace di spostare anche i sassi antichi di una basilica centenaria, scrigno di arte senza tempo. E siccome l’arte è la scienza del discutibile, è possibile che tra sorreggere e spingere il gigante di Giannelli si stia riparando dall’incontenibile terremoto che solo la libertà di decidere può provocare.
Articolo tratto da La Freccia
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