In apertura e all'interno, Togo, Veloce come un treno
Sembra far capolino da una galleria per immergersi in un paesaggio di astratte geometrie il muso del treno ritratto da Enzo Migneco, in arte Togo. Una corsa su binari sottili, appesi tra colline arancioni, terrapieni coperti da patchwork multitono e uno spicchio di luna fissata alla notte blu. È Veloce come un treno, il dipinto esposto in permanente alla stazione di Messina Centrale con cui Togo, che vive e lavora a Milano da molti anni, ha voluto onorare la città d’origine della sua famiglia.
Le stazioni, si sa, non sono solo luoghi di partenza e arrivo ma rappresentano legami, emozioni, memorie. Per questo il pittore ha voluto che l’opera, un olio di grandi dimensioni, accogliesse i viaggiatori nella terra dove ha trascorso la sua giovinezza. Il suo treno diventa protagonista di una corsa senza tempo che costeggia il mare alla luce del crepuscolo, proprio in ricordo dei tanti spostamenti da nord a sud vissuti dall’artista. Ed è anche un romantico omaggio al nonno ferroviere che fu capostazione in un piccolo borgo vicino a Messina.
Articolo tratto da La Freccia
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