In cover Holly e Benji (1995)

Da Atlas Ufo Robot Goldrake del 1978 a Doraemon del 2017. Basta scorrere con una carrellata veloce l’elenco dei protagonisti della mostra Anime Manga, promossa da Fondazione Modena Arti Visive fino al 10 gennaio 2021 a Palazzo Santa Margherita, per riflettere su quanto la creatività giapponese abbia influenzato dagli anni ’70 a oggi intere generazioni di bambini e adolescenti.

 

Come indica il titolo, focus dell’esposizione sono il legame e le differenze tra gli anime, i cartoni animati, e i manga, i fumetti nipponici le cui vignette si leggono da destra a sinistra, evidenziando come nella maggior parte dei casi i primi siano derivati dai secondi, pur non mancando casi in cui l’ispirazione ha seguito il tragitto opposto.

Immagine dell'album di figurine Panini del cartone animato Anna dai capelli rossi

Anna dai capelli rossi (1980)

Durante il percorso espositivo si può comprendere il linguaggio e i segni grafici di queste forme di intrattenimento, così come i generi in cui sono suddivisi i manga, da quelli per l’infanzia, i kodomo, a quelli a tema sportivo, gli spokon, oltre ai cartoni animati del World Masterpiece Theater tratti da opere letterarie occidentali. Alcune sezioni si soffermano sul genere femminile shōjo, basato su storie sentimentali o di maghe, e quello shōnen, d’avventura per il pubblico maschile, con un focus sui robot come Mazinga.

 

L’iniziativa parte dai materiali della Collezione Museo della Figurina, donata nel 1992 da Giuseppe Panini al Comune di Modena e oggi gestita da FMAV. Tra le opere da non perdere proprio gli album di figurine, il cui boom negli anni ’80 fu possibile grazie all’appeal dei protagonisti dii anime come Kiss me Licia, Occhi di gatto e Holly e Benji.

Articolo tratto da La Freccia ottobre

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