In cover, l’Innovation Hub Isola Catania

Trovare soluzioni innovative, sperimentare nuovi business e rispondere alle sfide tecnologiche facendo incontrare idee e persone. Questo l’obiettivo del Gruppo FS che da circa due anni ha avviato l’apertura di diversi Innovation Hub sul suolo italiano. Dopo Roma e Napoli, a fine dicembre è stato inaugurato l’hub di Catania, uno spazio dedicato al digitale e all’energia, ospitato in Isola all’interno di Palazzo Biscari, uno stabile di fine ‘600 Patrimonio dell’Unesco, vicino alla stazione ferroviaria della città siciliana.

L’Innovation Hub Isola Catania

L’Innovation Hub Isola Catania

La scelta di ogni singolo luogo è strategica: «Vogliamo intercettare contesti ricchi di cambiamento o in procinto di esserlo valutando le eccellenze del territorio, tra cui realtà imprenditoriali, università ed enti di ricerca. E, dove possibile, cerchiamo di ragionare anche in termini di valorizzazione delle infrastrutture aziendali non più funzionali», spiega Silvia Tatti, responsabile degli Innovation Hub per il Gruppo FS.

Il primo è nato nel dicembre 2020 a Roma, all’interno della Stazione Termini: «Qui svolgiamo attività in collaborazione con LVenture Group, trai più importanti acceleratori di innovazione d’Europa che ospita nei suoi spazi, adiacenti a quelli di FS Italiane, realtà come Binario F, il centro di Facebook per la formazione e lo sviluppo delle competenze digitali», continua Tatti.

L’Innovation Hub nella Stazione di Roma Termini

L’Innovation Hub nella Stazione di Roma Termini © Archivio FS Italiane

A Napoli la sede scelta è il Polo Tecnologico di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II: «Un contesto frizzante all’interno del quale coesistono didattica, ricerca, e tecnologia, grazie alla presenza di aziende come Apple e Deloitte, passando per Cisco e Tim. Qui abbiamo concluso da poco un progetto di Open Iinnovation, una challenge legata al turismo coinvolgendo Trenitalia e il mondo delle startup».

Infine, Catania, considerata il the place to be, come afferma il claim di Tree-Opinno Italia, società specializzata in Open Innovation con cui FS sta lavorando su diversi progetti. «Scegliendo questa città l’azienda ha compiuto un’azione concreta che genera impatto e cambiamento al Sud, investendo sui talenti e sulle startup, accorciando le distanze e facendo del digitale uno strumento vero di crescita», spiega Antonio Perdichizzi, Ceo di Tree-Opinno Italia e fondatore di Isola Catania.

Silvia Tatti, responsabile degli Innovation Hub di FS Italiane e Rita Casalini, responsabile di Open Innovation per il Gruppo FS

Silvia Tatti, responsabile degli Innovation Hub di FS Italiane e Rita Casalini, responsabile di Open Innovation per il Gruppo FS © Archivio FS Italiane

«Palazzo Biscari, con tutta la sua bellezza, coniuga storia e modernità, design e tecnologia, cultura e innovazione. Nei suoi spazi è nato un hub in costante dialogo con il territorio e sta attraendo dall’Italia e dal mondo professionisti interessati a cogliere le opportunità che stanno nascendo nel suo ecosistema, oltre che quelle del south working», conclude.

Ma gli hub sono solo uno degli strumenti utilizzati da FS Italiane per promuovere «un modello di innovazione distribuita, basata sulla condivisione di informazioni e conoscenze tra l’interno e l’esterno dell’azienda, con l’intento di generare effetti positivi», spiega Rita Casalini, responsabile di Open Innovation.

 

Il Gruppo FS ha deciso di seguire questo paradigma per intercettare le idee più interessanti, creando valore sia in termini di business, sia di contaminazione. «Cerchiamo di presidiare i diversi ecosistemi, dalle startup alle Piccole e medie imprese, senza dimenticare incubatori, acceleratori, istituzioni, università e centri di ricerca. Da questo processo emerge un’enorme quantità di idee che viene poi filtrata, sulla base delle esigenze di business, con l’obiettivo di testare e calare a terra progetti di co-innovazione. Passare alla fase dell’esecuzione è la grande sfida quotidiana, per traghettare brillanti idee dalla teoria alla pratica. C’è un gran bel lavoro da fare», continua. «Cerchiamo di far scattare l’interesse verso soluzioni diverse, superando le abitudini che portano a dire “si è sempre fatto così”. Certo, è rischioso andare fuori da prassi consolidate, ma è quanto mai necessario perché stiamo assistendo a un importante processo di trasformazione legato principalmente alla digitalizzazione, ma non solo, che la pandemia ha ulteriormente accelerato. Non possiamo aspettare di tornare alla normalità senza cogliere l’enorme opportunità che può nascere dal cambiamento», spiega ancora la manager.

Ci si muove su un terreno difficile, quindi, che deve far coesistere schemi regolatori consolidati con modelli di business nuovi e in continuo mutamento. Per Casalini, la chiave di volta è la contaminazione, in grado di valorizzare le competenze e le esperienze interne con l’apporto innovativo di esterni. «Perché ogni persona è importante per costruire il cambiamento».

Articolo tratto da La Freccia