«Ferrovie dello Stato Italiane si aggiudica il riconoscimento di “Best non listed” grazie a una comunicazione completa ed esaustiva, particolarmente dettagliata nella presentazione della strategia di business». È con questa motivazione che ieri il Gruppo FS è stato premiato, presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera a Milano in occasione del seminario annuale Le aziende italiane alla ricerca di un purpose, tra le migliori aziende non quotate in Borsa che si sono distinte nell’ambito della ricerca .trust condotta da Lundquist.
La società di analisi corporate, che da diversi anni monitora la comunicazione delle aziende nell’era del digitale, ha condotto tale studio per valutare la loro capacità di raccontare in modo credibile e trasparente la propria identità e il ruolo svolto nella società. In altre parole, ciò che viene definito il purpose delle imprese, risultante dall’interconnessione di componenti quali la visione strategica, gli impegni nella sostenibilità, gli investimenti nell’innovazione, la concretezza nei temi prioritari e la capacità di narrarsi ai talenti. Lundquist ha preso inizialmente in considerazione un insieme di 200 tra le principali realtà italiane, scremato poi in un campione di 49 aziende, 36 delle quali quotate e 13 non quotate, ma esaminate per la prima volta nella storia della ricerca, giunta alla terza edizione, indipendentemente dall’assetto azionario.
Con un lavoro durato 1.300 ore, tra analisi, valutazione ed elaborazione dei risultati, le società sono state collocate in una mappa a due assi che rappresentano i due pilastri della Substance e della Distinctiveness, rispettivamente la concretezza e l’efficacia del racconto del purpose rivolto agli utenti e agli stakeholders. Ne sono risultati quattro quadranti, ossia quattro tipi di comunicatori. Il più popolato (il 56% del campione) è quello dei Narrators: è in questo spazio che si colloca anche il Gruppo FS, capace di combinare i contenuti di carattere informativo con una narrazione coinvolgente. Negli altri quadranti risultano, invece, gli Explainers (14%), le società ancorate alla rendicontazione e poco coinvolgenti nella narrazione, i Tradizionalisti (18%), che peccano di una presentazione chiara della propria identità, della visione orientata al futuro e del coinvolgimento degli utenti, e i Glitterati (12%), che presentano una comunicazione più d’impatto che di sostanza.
La ricerca .trust di Lundquist risulta utile non soltanto per fotografare lo status quo in cui operano le aziende italiane, quanto soprattutto per indicare linee guida da applicare o valorizzare nell’operato futuro. Definire il proprio purpose è infatti fondamentale per le imprese in un contesto come quello attuale, caratterizzato dall’incertezza dovuta a un’epoca di pandemia, inflazione, conflitti bellici e in cui è sempre più sentita la necessità per le società di esporsi in modo immediato e convinto sui temi più urgenti per i consumatori. Ma allo stesso tempo definire il proprio purpose richiede un percorso di consapevolezza e maturità: bisogna procedere per step e rispondere alle domande What, Where e Why, in altre parole stabilire cosa fa la società, individuando dunque la Mission, descrivere dove si vuole andare in futuro, quindi la Vision, infine spiegare perché l’azienda esiste, il Purpose.
È necessario andare oltre un facile statement, un mero esercizio di stile. Essere credibili nell’identificazione del purpose richiede un impegno anche in altre tappe fondamentali, quali la strategia e l’attività di business, la sostenibilità, l’innovazione, la leadership e il rapporto con le persone. È proprio in quest’ultimo ambito che il Gruppo FS Italiane ha fatto registrare ottime performance.
La società guidata dall’amministratore delegato Luigi Ferraris risulta secondo Lundquist tra le best in class nella comunicazione verso i jobseeker, coloro che sono in cerca di lavoro. Per quanto riguarda la capacità di attrarre talenti e creare fiducia e senso di appartenenza nelle proprie persone, rappresenta un caso virtuoso rispetto alle altre aziende analizzate nella ricerca .trust: alcune hanno raggiunti buoni risultati sul fronte delle informazioni riferite ai percorsi formativi – fornite dal 76% del campione – e politiche di remunerazione dei dipendenti – presentate dal 59% –, ma solo poco più della metà del campione (53%) ha mostrato un collegamento diretto e credibile con purpose, mission e vision all’interno della sezione “Carriere” e appena il 27% a dimostrarsi capace di descrivere con efficacia cosa significhi essere parte dell’azienda.
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