Comunicare il cambiamento, iniziando a cambiare il luogo dove si comunica. È quel che è successo lungo i corridoi della Direzione Communication di Fs Italiane, che si sono animati e colorati con opere di street art. Con questo servizio vi conduciamo dentro il quartier generale romano del Gruppo FS, dove il claim “tempo nuovo” ha cercato una fonte di ispirazione e una declinazione artistica. 

Cos’è il tempo nuovo? Quali i segni del cambiamento? E come si può raccontarli? “Un tempo umano, un tempo nuovo”, recita l’ultima campagna istituzionale del Gruppo FS. Un Gruppo che muove persone e merci, entra nelle città, contribuisce alla loro riqualificazione, tutto all’insegna della sostenibilità. È nuovo il modo di rapportarsi con chi viaggia, è nuovo il modo di dialogare con le istituzioni, è nuovo il modo di ascoltare i bisogni delle comunità e dei territori. È nuovo il tempo che stiamo vivendo, dopo anni in cui tutto è  rimasto come sospeso, nell’attesa che il peggio passasse e ci facesse tornare a vivere appieno. 

Un tempo umano, si diceva. E cosa c’è di più umano dell’arte? Niente, anzi è proprio l’arte che ci distingue dagli altri esseri viventi. Ed ecco che nessun tempo nuovo può essere meglio comunicato, spiegato, persino sintetizzato se non con l’arte. Ed è il motivo per cui al piano terra di Villa Patrizi, il palazzo romano che ospita da sempre le Ferrovie dello Stato, i corridoi della Direzione Communication, prima algidi e bianchi sono stati arricchiti con un progetto di rigenerazione artistica che coinvolge tutti, a iniziare da chi quei corridoi li percorre ogni giorno per raggiungere il proprio ufficio.

Luca Torchia (Gruppo FS) con alle spalle il murales "Un tempo nuovo"

Su quei muri l’arte racconta più di mille parole lo scenario che il Gruppo FS ha dinnanzi, il mondo in cui l’azienda si muove. Colori accesi, lettering a serpentina, spruzzi di tinte variegate che evocano rotaie, binari, paesaggi, mentre i claim della comunicazione sono trasformati in calligrammi dinamici che paiono correre lungo le tele. Ed ecco che quattro forme geometriche richiamano nell’opera del writer UNO i finestrini dei treni dai quali un immaginifico passeggero guarda i quattro poli in cui l’azienda è stata riorganizzata: passeggeri, logistica, infrastrutture e urbano. 

In un’altra opera sempre UNO da un altro finestrino racconta il “Dialogo con il cambiamento”, l’interazione del Gruppo con i territori, le sue eccellenze, le sue esigenze. Lo stesso dialogo che Daniele Tozzi, invece, sintetizza nel lettering “La bellezza che unisce” o nell’opera “I Cantieri parlanti” o ancora in “Sans Frontières – Sin Fronteras”, a sottolineare l’apertura internazionale di Ferrovie dello Stato, che vede sempre più nell’Europa (e non solo nell’Italia) la sua casa. L’artista Krayon invece racconta l’apertura dell’approccio innovativo del Gruppo e in un altro disegno si sofferma sui “#100AmbassadorxFS”, ovvero le 80 colleghe e colleghi messisi in gioco per raccontare sui social l’evoluzione dell’azienda. Nei corridoi di Villa Patrizi il racconto si dipana in pannelli che si susseguono fino a condensarsi in un’opera collettiva a sei mani dal titolo “Un tempo nuovo”.

Daniele Tozzi sigla un suo murales

“La street art nasce in strada per raggiungere più persone possibili ed ecco perché è così capace di parlare a tutti di cose anche complesse”, spiega a FS News Radio Mirko Pierri, fondatore di a.DNA project, impegnata dal 2010 nella promozione di arte e artisti indipendenti internazionali in collaborazione con enti pubblici e privati.

Ascolta l'intervista al curatore Mirko Pierri a cura di Luca Politi

Arte di strada, arte d’ufficio, dunque, per leggere il tempo nuovo dell’azienda, per coinvolgere e rapire lo sguardo dei lavoratori che ogni giorno frequentano la sede centrale del Gruppo, oppure quello degli estemporanei visitatori.  D’altronde è quello che da sempre fa l’arte, soprattutto quella di strada: raccontare il cambiamento e anticipare con i suoi segni un mondo che va veloce.