In apertura, Hoda Afshar, Speak the wind (2015-2020), Iran - Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia © Hoda Afshar
La spensieratezza di un giovane esule che si tuffa in uno specchio d’acqua, liberandosi dal fardello della guerra e da anni di sofferenza in un unico momento di gioia, prima di tornare a fare i conti con la realtà. La quotidianità sconvolta, svuotata, ma pur sempre personale, unica e intima: questo è ciò che emerge dal progetto del francese Alexis Cordesse Talashi, che in arabo significa frammentazione, erosione, scomparsa.
Ascolta l'intervista a Walter Guadagnini, Direttore artistico di Fotografia europea, a cura di Aldo Massimi
Il suo lavoro si inserisce nella 17esima edizione del festival Fotografia europea, a Reggio Emilia fino al 12 giugno, il cui titolo e filo conduttore è Un’invincibile estate, eco di una poesia scritta da Albert Camus. Il coraggio dato dalla tragedia è infatti il tema della manifestazione che, come ogni anno, si propone di esporre le immagini più significative del momento.
Alexis Cordesse, Talashi (2003), Siria - Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia © Alexis Cordesse
Tra i progetti presenti alla rassegna, in varie sedi della città, quello di Cordesse raccoglie una serie di foto personali scattate da uomini e donne fuggiti dalla guerra civile in Siria e ora in esilio in Europa e in Turchia, mentre il parigino Maxime Riché in Paradise mostra le conseguenze del devastante incendio che nel 2018 ha colpito l’omonima cittadina in California.
I colori brillanti e la quiete che emerge dalle fotografie contrastano con il doloroso ricordo del disastro ambientale. Al tempo stesso testimoniano la forza di una vita incontenibile che mai si arrende, ma resiste e rinasce, più forte di prima.
Maxime Riché Paradise (2021), California - Galleria Santa Maria, Reggio Emilia © Maxime Riché
La fotografa iraniana Hoda Afshar, invece, espone Speak the wind, il lavoro che svela gli straordinari e complessi legami tra cultura e paesaggi dell’Iran, in immagini che sembrano risuonare del sibilo del vento.
Immagini poetiche, racchiuse nella cornice del festival e lontane dagli strazianti fotoreportage che appaiono spesso sui media, mostrano ciò che unisce tutti in questo momento storico: l’acqua cristallina al di là dello scoglio, l’invincibile estate che alberga nel cuore dell’inverno. Come il tuffo selezionato da Cordesse.
Articolo tratto da La Freccia
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