© Simone Cecchetti
Uno spettacolo straordinario, il talento di due artisti eccezionali e migliaia di candele a illuminare un palco inondato di musica e da un’atmosfera tanto intima quanto potente. Luce è il tour in tandem di Fiorella Mannoia, una delle signore più amate della musica italiana, e Danilo Rea, jazzista tra i più importanti al mondo. Si parte dalle Terme di Caracalla, a Roma, il 1° giugno, per poi attraversare l’Italia da Bard, in Valle d’Aosta, a Taranto, da Pistoia a Reggio Calabria, per un totale di 24 tappe fino al 2 settembre, quando è previsto il live finale a Langhirano, nel Parmense.
Com’è nato questo progetto?
[FM] Con Danilo ci conosciamo da 30 anni e ci siamo incrociati su vari palchi: nelle mie tournée dove lui suonava o nei festival dove mi invitava come ospite. Ci siamo incontrati tante volte, ripromettendoci sempre di fare dei concerti insieme. Finalmente l’idea si è concretizzata.
Come sta andando?
[FM] Ci divertiamo e ci emozioniamo. Non mi sono mai esibita sul palco con un solo musicista… e che musicista!
Fiorella, ci saranno solo brani tuoi?
No, sono live liberi, non legati a uscite discografiche. C’è solo il piacere della condivisione. Abbiamo una scaletta molto ampia che magari cambieremo: mi sono adeguata al mondo jazz di Danilo, non sarà mai la stessa cosa.
Come mai la scelta delle candele?
[FM] Ne abbiamo mille attorno, creano un’atmosfera molto intima. Il focus è solo su di noi e su nient’altro.
[DR] Abbassare le luci in un mondo come quello dello spettacolo, dove sono sempre sparate, ci fa esibire in un determinato modo.
[FM] Un po’ controcorrente.
Che valore ha per voi l’esperienza del viaggio?
[FM] Fa parte della nostra vita.
[DR] È l’approdo al luogo del concerto. Tutto quello che ci capita e vediamo durante il viaggio ce lo portiamo sul palcoscenico. Va vissuto come una scoperta.
Il più importante che avete fatto?
[FM] Sono molto legata al Brasile, ma ci sono tanti luoghi, soprattutto in Africa, che ho avuto modo di conoscere grazie all’organizzazione benefica Amref. Me li porto nel cuore anche musicalmente.
[DR] Nelle terre del jazz: Stati Uniti, Brasile e Cuba. Quello che mi è rimasto più nel cuore l’ho fatto in macchina, oltre la Cornovaglia, in Scozia, dopo Loch Ness, fino alle Shetland. Fu meraviglioso: c’era solo una strada a una corsia dove, di tanto in tanto, si scorgeva una piccola piazzola di sosta per fermarsi e far passare le macchine che arrivavano nel senso opposto. Una situazione talmente lontana da noi che rivivo con grande emozione.
La luce della vostra vita?
[FM] La vita stessa. Non sono più una ragazzina, ho quasi 70 anni e guardo l’esistenza – che è sacra – da un’altra prospettiva.
[DR] Le persone a cui voglio bene e che mi stanno accanto, la ricerca per migliorarmi e la curiosità. E poi la scoperta nel viaggio: quella è tutta luce.
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