La connessione tra immagine e realtà, tra vita personale e storia collettiva, ma anche la reinterpretazione di icone e simboli culturali e artistici di Oriente e Occidente. La mostra Yan Pei-Ming. Pittore di storie, curata da Arturo Galansino, a Palazzo Strozzi fino al 3 settembre, raccoglie ed esplora la potente quanto originale ricerca del pittore franco-cinese, per la prima volta in Italia con una ricca monografica.

Oltre 30 opere che riflettono e riconsiderano il rapporto tra memoria e presente attraverso figure, paesaggi, nature morte e tele di storia. Tutti i dipinti prendono ispirazione dalle fonti più disparate: scatti intimi, cover di giornali, still cinematografici o quadri famosi. Pei-Ming invita a indagare sulla contraddizione tra concretezza e rappresentazione, verità e costruzione delle immagini, aspetto sempre più dominante nell’era della riproduzione e della condivisione digitale della narrazione pubblica e privata. Spazio, quindi, ad autoritratti, fotografie di famiglia e scatti di personaggi storici, come l’ex presidente della Repubblica cinese Mao Zedong. Ma anche a reinterpretazioni di opere immortali come La Gioconda di Leonardo da Vinci. Non mancano sequenze di dipinti legati a immagini drammatiche della storia italiana, come il ritrovamento del corpo di Pier Paolo Pasolini all’idroscalo di Ostia, nel 1975, o quello di Aldo Moro nel bagagliaio di un’auto a Roma, tre anni dopo.