©Luca Perazzolo

 

Nel centralissimo palazzo Cipolla in via del Corso a Roma, fino al 23 luglio, ci si immerge in nuove dimensioni spaziali ed esistenziali. La mostra evento, nata da un’idea del prof. Emanuele e promossa dalla fondazione Terzo pilastro internazionale, espone il mondo del metaverso grazie alle creazioni di 32 artisti e geni non solo di oggi, ma dal barocco in poi.

 

Quindici ambienti della storica location accolgono, in un viaggio tra linguaggi e visioni, virtuale e reale, opere di autori quali Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Maurits Cornelis Escher e opere site-specific di contemporanei tra i più dirompenti, da Robert Alice a Pinar Yoldas.

 

L’esposizione è un’operazione che favorisce un ormai imprescindibile legame tra la tradizione e il nuovo mondo del digitale e le nuove tecnologie, che costituiscono una rivoluzione anche nel modo di esprimere il sentimento che è da sempre alla base dell’opera d’arte.

 

 

 

In primo piano, l’opera Forme uniche della continuità nello spazio (1913) di Umberto Boccioni, esposta in mostra - ©Luca Perazzolo

 

Il percorso nelle sale parte da una delle visionarie Carceri d’invenzione di Piranesi per immergersi nelle sue architetture illusionistiche e disorientanti, grazie al film d’animazione 3D di Grégoire Dupond e Teho Teardo.

 

Non manca poi il confronto con l’esperienza del futurismo, con Forme uniche della continuità nello spazio (1913) di Boccioni e il quadro Donna e ambiente (1922) di De Pistoris in cui sono rappresentati l’uomo e la donna del futuro, che avanzano fondendosi con lo spazio.

 

Alla fine di questo viaggio virtuale si arriva in un mondo fluido, realizzato da Refik Anadol, in cui una serie di algoritmi fa entrare nel metaverso, trasformando la conoscenza del reale in qualcosa di mai visto prima.