Carrara e la scultura sono un connubio perfetto da sempre. Già Michelangelo, per alcuni mesi all’anno, veniva ad abitare proprio nella città ai piedi delle Alpi Apuane per arrampicarsi fino alle cave di marmo e scegliere i migliori tagli da scolpire.

 

Per secoli i maestri del bel plastico, da Giambologna fino a Canova, hanno frequentato quei luoghi in cerca dell’oro bianco da trasformare, plasmare e cesellare per dargli la forma dell’ingegno. Ancora oggi molti big dell’arte, da Anish Kapoor a Jeff Koons fino a Maurizio Cattelan, sono rimasti ammaliati da queste pietre e hanno scelto di lavorare almeno una volta nella vita con gli artigiani e i moderni laboratori carraresi. Proprio la città toscana, quale crocevia per tanti creatori in cerca di materiale e ispirazione, è al centro della mostra Novecento a Carrara.

 

Avventure artistiche tra le due guerre, curata da Massimo Bertozzi. In esposizione 120 opere del secolo scorso di autori come Arturo Martini, Fausto Melotti, Carlo Carrà, Mario Sironi, Gino Severini e Libero Andreotti. Capolavori in marmo, ma anche in bronzo, gesso, terracotta, o dipinti dai colori pastello e disegni che hanno innovato il concetto di materia e forma.

 

Un racconto fatto di partenze, arrivi e passaggi da Carrara che dimostra quanto l’arte possa essere un volano di crescita e sviluppo per il territorio che la ospita.

Tra i pezzi esposti anche due sculture in prestito dalle Gallerie degli Uffizi tra cui Donna con i sandali di Andreotti. Una figura femminile longilinea, modellata dal maestro negli anni parigini di inizio ‘900, che indossa vezzosi sandali a infradito col tacco alto, alla moda del tempo.