In apertura una foto della serie The Weight Of The Word © Piero Martinello & Piero Casentini

Today is Yesterday’s Tomorrow è il tema della seconda edizione del festival internazionale di fotografia PhMuseum Days di Bologna, che avrà luogo principalmente nello Spazio Bianco di DumBO, un padiglione post-industriale di circa 1600 metri quadrati, ma anche in altri luoghi del capoluogo emiliano. Chi decide di raggiungere la città dei portici con il treno può godere di uno speciale sconto sul biglietto giornaliero o sul weekend pass dell’evento.

 

Quest’anno, dal 23 settembre al 2 ottobre, il festival invita a riflettere sulle responsabilità che il mondo di oggi, in continuo mutamento, ha nella creazione degli spazi del domani, e a far tesoro delle lezioni del passato. Oltre alle mostre, con una sezione dedicata all’editoria fotografica indipendente, sono organizzati talk, proiezioni e letture, con l’obiettivo di creare una vera e propria piattaforma di scambi di idee e di conoscenza.

Una foto del progetto Ukrzalіznitsia di Julie Poly

Una foto del progetto Ukrzalіznitsia © Julie Poly

Il fitto programma prevede 13 mostre individuali e due collettive, un incontro dedicato al portfolio review il 24 settembre, workshop e presentazioni. Il percorso è organizzato in tappe ideali che riprendono la tematica del tempo: si inizia dal presente con il progetto Nothing Personal del fotografo russo Nikita Teryoshin sul commercio di armi per la difesa e Asphodel Song dei fotografi francesi Agathe Kalfas e Mathias Benguigui sulla storia dell'isola di Lesbo dove i migranti convivono con gli abitanti, a loro volta figli di rifugiati arrivati a inizio '900. Si prosegue con uno sguardo al passato, tramite il progetto The Weight Of The Word degli italiani Piero Martinello e Piero Casentini, Nuke dell’artista argentino Marcelo Brodsky e Good Hope della sudafricana Carla Liesching.

Foto tratta dalla serie La linea d'acqua di Sara Palmieri

Foto tratta dalla serie La linea d'acqua © Sara Palmieri

Infine, il futuro: The Merge del collettivo danese Sara, Peter e Tobias prende spunto dal pensiero secondo cui ci sarebbe una probabilità su un miliardo che la nostra realtà non sia che il risultato della simulazione di un computer, mentre Mythic Humanoids dell'artista svedese Arvida Byström ragiona sulla femminilità legata alla presenza e alla rappresentazione online. E ancora in mostra Umbai, una serie della fotografa Munirah Almehri - in collaborazione con il collettivo CHEAP - che immagina il futurismo queer nel contesto kuwaitiano; Ukrzalіznitsia della fotografa ucraina Julie Poly che ha catturato l'essenza del viaggiare sui treni del suo Paese prima dell'attuale conflitto; e Summer Glow del fotografo Piergiorgio Sorgetti sulla riviera ligure.

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