In cover e in apertura, Bacio tra prete e suora - Campagna United Colors of Benetton (1991)
In tutto il servizio foto Oliviero Toscani
Un oceano di fotografie mosso da diverse correnti, una mostra dove non c’è sequenza, non c’è ordine cronologico, non c’è logica. Questa l’esposizione Oliviero Toscani. Professione Fotografo, a Palazzo Reale di Milano fino al 25 settembre. Priva di sezioni e di una successione temporale, consente al visitatore di entrare nella mente dell’artista, in un flusso di immagini che rappresentano l’impegno di Toscani nel mondo della moda, del reportage, dell’advertising, della ritrattistica, della sperimentazione. Organizzare la rassegna è stata una vera sfida intellettuale secondo Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale: «L’occasione ci ha spinto a modificare i nostri abituali modelli interpretativi, guidati eminentemente da esigenze razionalizzatrici, schematizzatrici e ordinatrici, con i quali approcciamo abitualmente alla realizzazione dei progetti espositivi», spiega.
Jesus Jeans “Chi mi ama mi segua” (1973)
La mostra è un omaggio che Milano dedica a Toscani nell’anno del suo 80esimo compleanno, festeggiato il 28 febbraio scorso. In totale si possono ammirare 800 scatti, realizzati dai primi anni ‘60 a oggi, tra cui il famoso manifesto di Jesus Jeans Chi mi ama mi segua, del 1973, il Bacio tra prete e suora del 1991, i Tre Cuori White/ Black/Yellow del 1996, No-Anorexia del 2007. Ma anche i ritratti realizzati per la moda (da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a Monica Bellucci) e i volti di grandi star come Mick Jagger e Lou Reed, oltre alle foto del periodo di formazione alla Kunstgewerbeschule, l’Università delle arti di Zurigo.
Tre Cuori White/Black/Yellow - Campagna United Colors of Benetton (1996)
Definito “pubblicitario” da larga parte del pubblico o della critica, Toscani è in realtà un artista convinto che l’efficacia di un messaggio si manifesti nella sua massima diffusione. Non è un pubblicitario che usa la fotografia, ma un artista che sfrutta i canali della pubblicità come mezzo e mai come fine. Spot, manifesti, editoria e web sono tutti strumenti che ha saputo utilizzare per parlare dei problemi del mondo, creando un linguaggio rivoluzionario che ha fatto discutere sui temi più disparati.
Articolo tratto da La Freccia
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