In cover, Sass de Putia (2021) Ambrotype, 700x900 mm © Lightcatcher
Un museo a oltre duemila metri di altezza che si raggiunge in cabinovia. Una fotocamera del 1907 lunga quasi due metri per 70 chilogrammi di peso. Foto realizzate con un procedimento del 1850 chiamato ambrotipia – in greco «immortalità» – che permette di catturare la luce ultravioletta, solitamente invisibile all’occhio umano, e immortalarla su lastre di vetro nero di grande formato.
Sono gli elementi della mostra The Invisible Light, fino al 24 aprile (e poi nuovamente dal 1° giugno al 31 ottobre) al Lumen, il Museo della fotografia di montagna a Plan de Corones, in Alto Adige.
Le foto realizzate da Lightcatcher, Kurt Moser e Barbara Holzknecht ritraggono paesaggi dolomitici come lo Sciliar, il Sass de Putia, il Cimon della Pala e Passo Gardena. Grazie alla tecnica secolare utilizzata, il visitatore può ammirare la ricchezza dei dettagli e la profondità delle immagini scattate alle montagne Patrimonio dell’Unesco.
Da queste foto emergono cime rocciose, montagne innevate, boschi e cieli densi di nuvole con forti contrasti, dove le scale del grigio regalano profondità inattese ed evocano grandi spazi.
Articolo tratto da La Freccia
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