In apertura, Artissima 2022 © Perottino Piva Peirone

Torna Artissima, la prima fiera di arte contemporanea in Italia. E con Artissima sbarca a Torino una pattuglia di altre fiere, come Flashback che riesce a connettere l’antico, il moderno e le ricerche odierne. Confermando, ancora una volta, che l’arte di ogni tempo è stata ed è contemporanea. Insomma, per tutti gli appassionati e art addicted questo è il weekend da trascorrere a Torino.

Cesare Tacchi e Michele Tocca da z2o Sara Zanin

Cesare Tacchi e Michele Tocca da z2o Sara Zanin

Con un occhio da rivolgere anche alle gallerie residenti nel capoluogo piemontese, a partire da Mazzoleni che ha appena aperto le porte di Toscani chez Mazzoleni, un’ampia selezione di scatti curata dal fotografo, dalle sue immagini più iconiche e conosciute al corpus inedito di fotografie del Grande Cretto di Burri di Gibellina, presentate per la prima volta con la tecnica innovativa della stampa su cemento.

Ma veniamo all’evento regina, ovvero Artissima. Senza dubbio c’è la conferma dell’internazionalità di questa fiera, forte del suo 59% di gallerie straniere tra le 174 partecipanti. Interessante è la geopolitica delle gallerie, con una base decisamente mitteleuropea cementata dai 10 espositori provenienti dalla Francia, gli 8 dall’Austria, i 21 dalla Germania, a cui fanno da dirimpettai i 9 del Regno Unito della Brexit.

Matthias Noggler da Galerie Emanuel Layr

Matthias Noggler da Galerie Emanuel Layr

Gli effetti del post pandemia sembrano aver impresso alla fiera un carattere decisamente meno disruptive, cioè di minor rottura rispetto alle edizioni di qualche anno fa. Seguendo la scia di una tendenza che abbiamo già riscontrato a Venezia nella mostra internazionale Il latte dei sogni a cura di Cecilia Alemani, in occasione della Biennale Arte tuttora in corso.

Anche Artissima appare, infatti, in questa edizione in abito più museale o boutique che rock, con un lavoro curatoriale diretto da Luigi Fassi ben fatto e la scelta di opere d’arte dalle dimensioni e caratteristiche (comprese quelle pecuniarie) più accessibili, anche per chi non ha castelli o fondazioni in immensi spazi di archeologia industriale. In un momento di grandi incertezze internazionali un indirizzo di fiera più commercially oriented, a sostegno diretto di un mercato maggiormente inclusivo. Nulla di male, anzi.

Sulla destra Barbara Cammarata da Collica & Partners

Sulla destra Barbara Cammarata da Collica & Partners

Detto ciò, si assiste anche ad Artissima al vaticinato ritorno della pittura, come già registrato da una manciata di anni nelle principali fiere del globo. Certo la pittura, a differenza di qualche altro linguaggio, non ammette proprio errori. E quando ci sono, si vedono in maniera lapalissiana. Tuttavia, tra alti e bassi, gli appassionati di tele e pennelli d’avanguardia hanno pane per i loro denti.

A partire dallo splendido dialogo nello stand di z2o Sara Zanin tra Cesare Tacchi, con una selezione di opere che, dai primi anni ottanta, segnarono il definitivo ritorno alla pittura dell’artista affermatosi nei primi anni sessanta nel contesto della pop no-pop romana, e Michele Tocca che riesce a impastare nella pittura anche di una piccola superficie esperienze fisiche, come accadimenti, impressioni, umori, stati d’animo, ma soprattutto visioni che si esprimono superando l’ancestrale e apparente dicotomia tra astrazione e figurazione.

Sulla destra Carmelo Nicosia da Collica & Partners

Sulla destra Carmelo Nicosia da Collica & Partners

Dalla viennese Galerie Emanuel Layr, le splendide gouache dell’austriaco Matthias Noggler producono su piccole carte una sinestesia di stati d’animo, atmosfere e situazioni, personaggi reali e immaginari che in molti casi direi ispirati alle immagini pubblicate sui social network.

Molte delle caleidoscopiche quanto rabdomantiche possibilità della pittura sembrano essersi date appuntamento nello stand della catanese Collica & Partners. Qui Barbara Cammarata dimostra come la pittura possa avere versatili e impreviste estensioni plastiche, con i suoi personaggi metà essere umano metà animale, un elogio doveroso all’antispecismo che dalle tele si estende a complesse installazioni tessili di panni e abiti riutilizzati.

Sulla sinistra Andrea Santarlasci da Collica & Partners

Sulla sinistra Andrea Santarlasci da Collica & Partners

Le fotografie di Carmelo Nicosia riescono a impressionare la superficie di un buio luminoso e a “dipingere”, un procedimento inverso a quello operato da un altro grande siciliano, Piero Guccione, presente con un piccolo pastello in grado di catturare la luce meglio di qualsiasi macchina fotografica, con un’istantanea pittorica dell’orizzonte che nessuna tecnologia sarà mai in grado di restituire.

Dulcis in fundo, sempre nello stand di Collica & Partners meritano una visita prolungata i lavori di Andrea Santarlasci, un artista che come pochi, passando dalla pittura alla fotografia, all’installazione ambientale, riesce a inscenare ossimori potentissimi: la leggerezza dei suoi artefatti gronda di gravità, l’infrangibilità delle sue idee si schianta con l’effimerità della materia per concretizzarle, i silenzi evocati dalle sue nature inquiete sono chiassosi dei pensieri in cui fanno precipitare l’osservatore.

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