Il Monviso innevato svetta su un cielo limpido. Sotto, un campo di grano colora la terra. Tra i due, un Frecciarossa che corre veloce.

È questa l'immagine scelta da Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca, per illustrare una delle quattro nuove pale presentate dall’istituto. Lo stemma personale va ad arricchire la collezione di emblemi – 154 dipinti su legno, realizzati tra la fine del ‘500 e la fine del ‘700 – che costituiscono il principale patrimonio storico-artistico dell’Accademia. Alla fine del ‘900, infatti, i suoi membri hanno deciso di rinnovare in chiave moderna l’antica tradizione, ricominciando a dipingere la loro impresa.

 

Le opere, a forma di pale da farina, «sono composte da un soprannome accademico, da un motto generalmente tratto dai poeti italiani del ‘300, e da una immagine che offre unità alla rappresentazione», spiega Marazzini, dal 2014 a capo dell’istituto incaricato di custodire la ricchezza della lingua italiana. Nel dipinto, firmato dal pittore marchigiano Gionata Alfieri, compare il soprannome «Boreale» e il motto «Sotto la neve pane», la prima parte di un proverbio popolare toscano («Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame») registrato anche nel Vocabolario della Crusca.

«La pala raffigura il Monviso, una delle più belle e celebri montagne piemontesi, con la campagna ai suoi piedi fiorente di spighe, segno dell’abbondanza e del beneficio delle fredde nevi montane», chiarisce il primo presidente torinese dell’Accademia.

«Il Monviso domina la pianura, è visibile da tutto il Piemonte, in parte anche dalla Lombardia. Ogni piemontese lo ama, ne percorre i sentieri, sa che di lì nasce il Po, il fiume che bagna Torino. Anch’io ho sempre guardato a questo monte come punto di riferimento inconfondibile nella catena alpina. Lo vedo anche dal balcone di casa mia e ci vado a sciare d’inverno, ogni volta che mi è possibile», aggiunge.

Tra i campi di grano e la neve, corre un Frecciarossa: «Senza l’Alta velocità, rappresentata da questo treno, sarebbe stato impossibile per me il continuo movimento pendolare tra la mia città, Torino, e la Crusca fiorentina. Il treno è quindi elemento di novità e di collegamento tra due grandi centri, il tramite necessario tra la Toscana, fiorente del grano di Crusca, e le terre boreali, per Dante confine d’Italia», racconta.

 

Oltre a quella di Marazzini, sono state realizzate le pale degli accademici Angelo Stella (Abscondito), con il pittore pavese Gian Carlo Carena, di Silvia Morgana (Ariosa), con l’artista britannica Melissa Franklin Sanchez, di Paolo D'Achille (Integrale), con il pittore campano Francesco Campese. Le opere saranno appese in una sala della Villa medicea di Castello a Firenze, sede della storica istituzione che vaglia la buona lingua intendendola come farina che viene separata dalla crusca.