In apertura e all'interno, l’impresa ferroviaria in miniatura. Courtesy Hzero © Juri Ciani

Questa è la storia di un sogno iniziato negli anni ‘70, quando il marchese Giuseppe di San Giuliano entra in un negozio di giocattoli, a Firenze, per acquistare il modellino di un’automobile. Qui la sua attenzione viene rapita da un treno dell’azienda tedesca Märklin. Proprio questo diventerà il primo elemento di un plastico ferroviario che non ha mai smesso di crescere.

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Dopo pochi anni, la ferrovia in miniatura raggiunge i 150 m2. Nel 1985, per motivi di spazio, viene trasferita nel fienile della casa colonica di famiglia, in Val d’Arno. Ma presto anche questa soluzione finisce per non essere più adeguata e così, dal 2000, l’opera viene rilocata in un hangar alle porte di Firenze. Dallo scorso 29 maggio, grazie all’impegno dei figli dell’ideatore, la creazione è esposta all’interno di Hzero, un progetto museale aperto a Firenze in piazza degli Ottaviani, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella.

Un particolare dell’impresa ferroviaria in miniatura

Il plastico, che ha ormai raggiunto i 280 m2 di superficie, può essere ammirato nella sua totalità da appassionati, bambini e sognatori. Realizzato in scala 1/87, dimensione ottimale per garantire dettagli e visione di insieme, riproduce scenari realistici e fantasiosi, dove i paesaggi montani delle Dolomiti incontrano le architetture di Berlino e le coste dell’Isola d’Elba.

Tra i più grandi in Europa, il plastico di San Giuliano si distingue per la creatività dell’ideazione, l’estrema cura nel dettaglio e la resa delle ambientazioni. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione di molteplici appassionati che, nel tempo, hanno partecipato alla sua realizzazione.

Articolo tratto da La Freccia

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