«Ah, Todi!», esclamano gli stranieri di passaggio che, innamorandosi di questa cittadina medievale adagiata sulla collina che domina la Valle del Tevere, decidono di acquistare un casale in queste campagne. «Ah, Todi!», ripetono i turisti italiani che si avventurano per le strade dell’Umbria tornandovi più di una volta. «Ah, Todi!», conferma chiunque entri per la prima volta nella città più vivibile del mondo. Qualità architettonica, viabilità scorrevole, trasporti a basso impatto, servizi pubblici efficienti e verde pubblico sono tutti parametri ad altissimi livelli a Todi, che tuttavia da soli non bastano. Qui, infatti, si vive bene grazie a determinati elementi che riguardano i beni immateriali: la mancanza di inquinamento, un certo senso del bello che diventa quasi oggettivo, gli spazi ampi per l’occhio quando abbraccia i dintorni, il paesaggio come bene collettivo il cui godimento viene tutelato, il cibo genuino e la cucina che sa esaltarne i sapori. Così, nella moderna società dei consumi, Todi è un’oasi dove riconquistare i valori del borgo cittadino inteso come bene comune e non solo come sommatoria di interessi singoli. Un concetto che nell’Italia dei campanili non sempre viene riconosciuto.
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