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A Bolzano tralasciate per qualche ora il Traminer e i mercatini di piazza Walter per andare a fare compagnia a un nostro antenato, vecchio di qualche migliaio di anni, eppure perfettamente conservato. Lo hanno trovato nudo in un sudario di ghiaccio nel 1991, a pochi chilometri dal confine austriaco.  Prima di morire aveva disposto in ordine il suo equipaggiamento e tentato di porre rimedio alla ferita della freccia che lo ha ucciso, ma non aveva fatto in tempo a utilizzare le erbe medicinali che si portava dietro, neppure quel preparato emostatico che avrebbe comunque solo rallentato la sua fine. Indossava stivali in pelle, con gambali alti fino al ginocchio, era alto un metro e 60 circa e pesava 50 kg di soli muscoli. Aveva 45 anni ed era in buona salute, sebbene avesse già subito qualche frattura ben riparata, con il corpo pieno di tatuaggi e scarnificazioni rituali. Non sappiamo da dove venisse Oetzi, ma il ghiaccio ne ha conservato il corpo a -6°C con quasi il 100% di umidità. Oggi l’uomo venuto dal ghiaccio si trova nel Museo di Bolzano, in una cella frigorifera avveniristica che ricostruisce le condizioni naturali, perché si tratta della mummia (naturale) più antica e meglio conservata al mondo e come tale va tramandata.