Un orgoglio anche per il Gruppo FS, e per tutti i ferrovieri. Semel abbas, semper abbas, è proprio il caso di dire. È la storia di Giuseppe Paternò, ferroviere in pensione. Quando è diventato “dottore” in Studi storici, Giuseppe, nato a Palermo il 10 settembre del 1923, aveva già superato il traguardo dei 96 anni. Adesso, alla soglia dei 100, corona il sogno di ottenere, con lode, anche la laurea magistrale in Studi filosofici e storici.

Una vita di sacrifici quella di Giuseppe, ma soprattutto una vita senza mai fermarsi. Di lui abbiamo scritto nel luglio del 2020, proprio in occasione del conseguimento della laurea triennale all’ateneo di Palermo, perché una storia così va raccontata quale fulgido esempio di tenacia, impegno, abnegazione e voglia di migliorarsi sempre.

Primo di 7 figli, Giuseppe Paternò ha conosciuto il fascismo, la guerra, la Liberazione, le fasi difficili del dopoguerra e della ricostruzione. La sua era una famiglia povera ma molto dignitosa, originaria della zona di Papireto, in cui la priorità era il lavoro e Giuseppe sin da giovanissimo ha dato il proprio contributo.

A 31 anni ha ottenuto il diploma da geometra alla scuola serale che gli ha permesso di approdare alle Ferrovie dello Stato dove ha lavorato con impegno e dedizione sino alla pensione, nel 1984. Un tempo prezioso per lui, che gli regala finalmente la possibilità di rimettersi in gioco, dedicarsi agli amati libri e studiare. Arriva così la prima laurea nel 2020, in piena emergenza Covid, con i complimenti del Rettore dell’Università di Palermo. E adesso la seconda.

In un percorso accademico disseminato da tanti 30 e lode e in perfetta regola con i tempi, neppure le difficoltà della pandemia lo hanno rallentato. Stavolta per il dott. Giuseppe, il laureato più longevo d’Italia, anche la soddisfazione di discutere in presenza e attorniato dall’affetto dei due figli e dei nipoti il prestigioso traguardo. E siamo sicuri che per lui altri ancora ce ne saranno.