Matera diventa la capitale mondiale dell’audiovisivo, dal 7 al 10 luglio, con l’Audio-Visual Producers Summit. L’evento, organizzato dalla Lucana Film Commission per l’Associazione produttori audiovisivi insieme con Producers Guild of America, ospita showrunner e manager statunitensi e italiani con keynote e panel di altissimo livello. Il 9 luglio, inoltre, vengono assegnati i Premi MAXIMO per valorizzare la produzione nostrana, in un periodo di grande crescita e attenzione al settore audiovisivo del nostro Paese. Nella giuria, presieduta dal produttore Matteo Levi, figurano la scrittrice e autrice Barbara Cappi, lo sceneggiatore e regista Stefano Sardo. E Maria Pia Calzone, attrice di teatro e cinema consacrata dal piccolo schermo grazie al serial Gomorra.
 

Perché ha accettato partecipare all’evento?

È una manifestazione necessaria per l’industria audiovisiva italiana: rappresenta una grande opportunità ed è linfa vitale per risollevare le sorti di questo tipo di intrattenimento. Attivare un dialogo a livello internazionale è molto importante.
 

Lo streaming e i prodotti scripted, soprattutto fiction e serial, stanno andando benissimo.

L’obbligo di stare a casa ha incrementato l’uso delle piattaforme. E, per alcuni versi, la loro fruizione sta cambiando anche l’organizzazione familiare e sociale. Siamo in un momento fluido.

Maria Pia Calzone

In che senso?

Ci siamo ubriacati di streaming, ma dobbiamo trovare norme per regolamentare legislativamente questo bacino. Senza dimenticare di recuperare la visione condivisa della sala cinematografica. Si deve prendere il meglio da tutto, senza demonizzare nessuno.

L’Italia, ultimamente, è sempre più glocal.

La regola principale è parlare di argomenti di cui si conoscono senso e significato: paradossalmente, più si è locali nel racconto più questo è esportabile oltreconfine. Si vede qualcosa che è lontanissimo da noi, ma attraverso chiavi di lettura che ci appartengono. Abbiamo iniziato ad avere contezza di essere competitivi proprio con Gomorra. E ora, attraverso una narrazione italiana entusiasmante, siamo alla pari dei grandi player mondiali in fatto di competenze, strumenti e capacità imprenditoriale.

Cosa ricerca nelle produzioni, per assegnare i premi?

Avrò uno sguardo da spettatrice, senza la preoccupazione del giudizio.

Quali serie le sono piaciute di più quest’anno?

Ho amato Il metodo Kominsky, su Netflix: scrittura fantastica e dialoghi non politicamente corretti messi in bocca agli anziani, che sembra possano permettersi di dire qualsiasi cosa.

Articolo tratto da La Freccia