In apertura, la copertina del libro Il distillato della felicità, edito da Salani

Nella Milano del Secondo dopoguerra Genuino Tranquilli, professore di chimica in pensione, trascorre il suo tempo distillando le essenze legate alla vita cittadina per custodirle in un bottiglione che contiene un gas “stranattivo”. In questo speciale contenitore si mischiano il movimento delle gemme di un platano, il canto delle rane, il profumo del pane fresco. Il filtro è il risultato di un processo di sintesi elaborato dallo scienziato nel corso di alcuni anni di studi.

 

Un giorno però un uccellino entra nel laboratorio e becchetta le provette sparse qua e là, liberando il gas che si diffonde in tutta la città.

Le conseguenze sono inimmaginabili: tutto il denaro contante si polverizza, dagli spiccioli dimenticati nelle tasche agli assegni stipati nelle banche, e gli oggetti in circolazione cambiano improvvisamente valore. Ora chi possiede una bicicletta è ricco, al contrario le automobili, alimentate a benzina, non valgono più nulla. La città, con la sua economia monetizzata, diventa un deserto arido e la campagna, dov’è possibile sostenersi con il raccolto della terra, è il luogo in cui cercare fortuna. Un mondo capovolto, difficile da preservare, ma che diventa modello per la costruzione di un villaggio solidale aperto a tutte le persone.

 

È questo l’intreccio del “libro dei soldi”, ritornato alla luce nel 2021 dalle carte inedite di Teresa Mattei, dopo il ritrovamento da parte di uno dei suoi figli.

Attraverso una cronaca concitata, in cui l’abbondanza di superlativi rende il tono favoloso, Mattei, che fu madre della Costituzione, partigiana e pedagogista, tratteggia il sogno di una società più giusta, in cui la ricchezza non è data dalla quantità di beni accumulati ma dalla capacità di condividere ciò che si possiede. Qui ogni singolo individuo contribuisce al bene comune in base alle proprie possibilità e nessuno è povero perché tutti hanno qualcosa da offrire. Nel racconto di questa utopia non c’è spazio per la critica sterile al denaro, è possibile, invece, cogliere un invito a riflettere su cosa sia veramente la ricchezza.

 

Anche se l’autrice non dà una risposta chiara e definitiva, qualche suggerimento si nasconde tra le pagine: niente ha valore di per sé ma tutte le cose, anche quelle straordinariamente semplici, possono diventare importanti, a seconda del contesto e dell’esigenza del momento.

 

Articolo tratto da La Freccia