Libri e ferrovia sono un binomio insolubile. Il viaggio in treno è per molti il tempo della lettura e nello stesso tempo i treni, le stazioni e i binari hanno da sempre rappresentato una fonte d’ispirazione privilegiata per poeti, romanzieri e scrittori in genere.

“I binari della lettura – L’importanza della promozione della lettura da parte di Stato e aziende, e il rapporto che c’è tra il Libro e il Treno” è il titolo della tesi di laurea di Francesco Cardinali, dipendente di FSSecurity, presentata nella sessione di laurea del 18 marzo, per il corso di laurea “Informazione, Editoria e Giornalismo” dell’Università degli studi di Roma Tre. Il voto finale della tesi è stato di 110 con lode.

Abbiamo chiesto a Francesco Cardinali di riassumere il suo lavoro per FSNews. Buona lettura.

 

Era il 1934 quando una stazione ferroviaria contribuì a rivoluzionare il libro. La diffusione e la popolarità di molti dei romanzi che popolano gli scaffali delle nostre case, infatti, cominciò grazie alle intuizioni di Sir Allen Lane, fondatore della famosissima casa editrice inglese Penguin Books e talentuoso imprenditore del mondo dell’editoria, e grazie a un viaggio in treno. Sir Allen Lane andò in quel periodo a trovare la celeberrima scrittrice Agatha Christie (autrice, tra gli altri, de “L’assassinio sull’Orient Express”). Dopo l’incontro, Lane si trovò presso la stazione di Exeter in attesa del treno di ritorno verso casa, dove notò l’assenza di un punto vendita da cui fosse possibile acquistare a prezzi accessibili buoni libri per ingannare il tempo durante il viaggio. Quel giorno, a Sir Lane venne l’idea di un nuovo formato di libro: il tascabile, dalla copertina pieghevole, meno resistente ed elegante, ma più pratico ed economico. Lane rivoluzionò quindi l’oggetto libro, ma anche le modalità di vendita, visto che ideò degli autentici distributori automatici molto simili a quelli degli snack ma contenenti questi nuovi libri griffati Penguin.

 

Novant’anni dopo, cosa resta?

 

Sicuramente, il rapporto tra Treno e Libro è ancora più che mai saldo, ed è importantissimo che sia così. È ormai ordinario che i notiziari lancino allarmi di vario tipo su come in Italia ci siano percentuali preoccupanti di disoccupati, soprattutto tra i giovani, o di abbandono scolastico prematuro, o ancora di NEET (“Not in Education, Employment or Training”, la parte di popolazione tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione), o la carenza di laureati rispetto ad altre realtà europee e mondiali. Per risolvere problemi complessi, talvolta, occorre necessariamente partire da soluzioni semplici. Come la lettura.

 

Educare alla lettura è fondamentale, oggi come non mai: imparare a leggere un libro può significare imparare a leggere il mondo. C’è bisogno, dunque, di educatori e promotori della lettura e delle iniziative culturali. In tal senso, tornando al binomio treno-libro, riscopriamo l’importanza del lavoro del Gruppo delle Ferrovie dello Stato Italiane, impegnate in un percorso di valorizzazione del patrimonio culturale in una rete di collegamenti al cui centro c’è il Viaggiatore. Dalla possibilità di accedere a un numeroso catalogo di libri digitali attraverso il Portale Frecce alla rivista mensile La Freccia, disponibile sui convogli dell’Alta Velocità, sempre ricca di consigli nella sua rubrica “Un treno di libri”. Oltre a mettere a disposizione libri e suggerimenti di lettura, le Ferrovie collaborano con le organizzazioni di tanti eventi di rilievo in giro per l’Italia, quali ad esempio “Trame”, il festival dei libri sulle mafie di Lamezia Terme, o il Salone Internazionale del libro di Torino, dove quest’anno era anche presente uno stand proprio delle Ferrovie. Dal Salone sono nate anche altre iniziative di invito alla lettura, quali ad esempio il podcast “4 ore e 45 minuti”, con le interviste ad alcuni autori italiani presenti alla rassegna. Proprio al Salone, inoltre, sono stati ufficializzati i nomi dei vincitori di “A/R, Andata e Racconto”, concorso letterario aperto a tutti dove si premiavano i migliori racconti inediti a tema viaggio; promuovere sì la lettura, ma anche la scrittura e i processi creativi per valorizzare le persone.

 

Perché, dopotutto, è questo l’obiettivo delle Ferrovie dello Stato Italiane dal primo giorno, quel 3 ottobre del 1839 in cui fu inaugurata la prima ferrovia d’Italia, la storica Napoli-Portici: mettere al centro il viaggiatore. Sono passati quasi duecento anni, e le Ferrovie sono presenti da talmente tanto tempo che non possono non essere considerate parte integrante della storia dell’Italia. Nei trasporti, che sono ovviamente il core aziendale, ma anche come punto di riferimento culturale, in grado di dare spunti di crescita personale a chi affida i propri viaggi al Gruppo FS.