In cover, una maschera in piazza San Marco, a Venezia © Luana/AdobeStock

È tempo di Carnevale. Anche se la pandemia impedisce lo svolgimento delle celebrazioni più fastose e festose, l’anima popolare del martedì grasso palpita fortissima nella memoria. In attesa che l’anno prossimo i festeggiamenti possano tornare in tutta la loro fragorosa allegria, si può comunque fare un giro d’Italia virtuale per ricordare le feste più importanti.

Ascolta il podcast di FSNews Radio a cura di Alessandro Ribaldi

DAI CARRI DI IVREA AL TRUCIOLO DI CANTÙ

Profuma di agrumi il Carnevale di Ivrea, in provincia di Torino. I carri dei lottatori attraversano il centro storico della cittadina piemontese bersagliati a colpi di arance dagli aranceri appostati lungo i bordi del tragitto. Una tenzone senza quartiere per rievocare la rivolta popolare contro un signorotto che intendeva esercitare l’odioso ius primae noctis nei riguardi di una virtuosa fanciulla. Al termine della sfida, si svolge l’abbruciamento dello scarlo: il palo ricoperto di erica vecchia viene consumato dalle fiamme per scacciare ogni male e iattura.

 

Paese che vai, maschera che trovi. In una delle capitali italiane del mobile, la lombarda Cantù (CO), il protagonista del Carnevale è proprio Truciolo, un personaggio sempre con la testa tra le nuvole, lento di comprendonio ma che si dimostra utilissimo all’occorrenza come ben sanno i falegnami.

La battaglia delle arance a Ivrea

La battaglia delle arance a Ivrea (TO) © CreativePhotography/AdobeStock

A VENEZIA IL CAPOLAVORO DELLE MASCHERE
La storia è al centro dei festeggiamenti a Madonna di Campiglio (TN) e nella Valle del Gran San Bernardo (AO). Nella città trentina i celebri valzer di Johann Strauss sono la colonna sonora che anima un perfetto Carnevale asburgico. Nella Coumba Freida sanbernardina i figuranti sfilano indossando abiti napoleonici nascosti dietro maschere di legno. Il corteo è scandito dal suono dei campanacci e dallo sventolare di crini di cavallo per scacciare via il maligno.

 

Le maschere più celebri, raffinate ed eleganti sfilano da sempre al Carnevale di Venezia. Che siano quelle più popolari di cartapesta o quelle più nobili di porcellana finemente decorata, esaltano l’atmosfera magica della Serenissima. Sono dei veri e propri capolavori d’arte ospitati anche nei musei. Tra ponti e calli, al suono di minuetti e rondò, ogni attimo può concedere un incontro misterioso: chi si celerà dietro quella maschera la cui espressione è stata dipinta dalla mano di un artista? Una regina o un’umile domestica? L’erede di un doge o un mozzo sconosciuto?

I carri allegorici di Cento (FE) © Pixelshop/AdobeStock

LE ALLEGORIE DI CENTO E GLI SBERLEFFI DI VIAREGGIO

Nell’Italia centrale, i protagonisti del martedì grasso sfilano molto più tranquilli dei loro “colleghi” di Ivrea. I carri allegorici del Carnevale di Cento (FE), che raggiungono anche i 20 metri di altezza, sono gemellati con quelli di Rio de Janeiro che attraversano il sambodromo all’ombra del Corcovado. Durante il tragitto, i figuranti emiliani lanciano verso la folla giocattoli, palloni, oggetti di peluche. A Fano (PU), invece, dai carri piovono sui partecipanti dolci, caramelle e cioccolatini.

 

A Ronciglione (VT), durante la Pilatata dei Nasi Rossi (chiaro riferimento all’ebbrezza degli amanti di Bacco), vengono serviti gustosissi maccheroni in… vasi da notte. A Viareggio (LU) va in scena la satira nelle sue forme più fantasiose e beffarde.

I giganteschi carri che sfilano sul lungomare versiliano sono ispirati ai grandi protagonisti della vita politica, dello sport, del gossip. Nessuno può pensare di sfuggire allo sberleffo più irriverente. D’altro canto, uno degli aspetti più caratteristici di questa festa è proprio il rovesciamento dei ruoli e delle gerarchie sociali, almeno per qualche ora.

Farinella, maschera popolare di Putignano (BA) © Mi.Ti./AdobeStock

TRADIZIONI POPOLARI A PUTIGNANO E ACIREALE

La tarantella è la colonna sonora del Carnevale di Montemarano (AV). Agli ordini del caporaballo tutto il paese comincia a danzare in modo forsennato, mentre ovunque si accendono falò per riscaldarsi in compagnia del generoso vino d’Irpinia e del maiale cucinato in tutte le forme e in tutte le salse.

 

Farinella, protagonista a Putignano (BA), è una maschera popolare ispirata a una specialità tipica del luogo a base di ceci e orzo. Un piatto umile e povero ma allo stesso tempo capace di donare energia e coraggio per superare, con la saggezza contadina, le avversità.

 

Anche ad Acireale (CT), nei secoli scorsi, si combatteva a colpi di arance. La tradizione si è smarrita di generazione in generazione e adesso, tra i meravigliosi palazzi del centro storico barocco, fanno bella mostra i carrettini allegorici siciliani finemente decorati e infiorati con eleganza.

Articolo tratto da La Freccia

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