Luce chiara, brezza marina, natura genuina e ritmi lenti. C’è un pezzo di Toscana, affacciata sul Tirreno e stretta tra Livorno e Piombino, stratificata di storia e storie dove trascorrere giornate di relax lungo un litorale fatto di sabbia chiara e pini odorosi.

 

È la Costa Etrusca, che dal mare si spinge nell’entroterra livornese tra i comuni di Collesalvetti, Sassetta, Suvereto e Campiglia Marittima, legando il proprio fascino alle tracce dell’antico popolo etrusco, presente qui già a partire dal IX secolo a.C.

 

Oggi è la meta preferita per un fine settimana di relax o per le classiche ferie d’agosto, con le case in affitto e gli amici d’ombrellone.

Nei mesi estivi la cittadina di Cecina si stiracchia dal sonno invernale e soprattutto a Marina, la frazione balneare, si riaprono ristoranti, ritinteggiano chioschetti e ricompaiono ciabatte di gomma e parei d’ordinanza. I colori sono quelli tenui delle villette basse, rosa, gialle e azzurre, affacciate su viale Vittoria, dove si passeggia all’ombra delle palme, o degli ombrelloni a strisce verdi e rosse.

Le spiagge libere sono ampie, di rena scura e grossa, intervallate dagli scogli dove la mattina presto si condensano i pescatori. Si ha l’impressione di conoscersi da sempre a Cecina, anno dopo anno, stesso bagno stesso mare. Tra le tipiche cabine blu degli storici stabilimenti si respira un’atmosfera da cartolina amarcord: le sdraio di legno fitte fitte, le palette e i secchielli nella sacca di rete, le escursioni in pedalò e il bagnino tatuato di una certa età.

 

Per chi non ama i vicini di lettino meglio optare per il paesaggio più aspro della riserva dei Tomboli, verso sud. Oltre dieci chilometri di litorale arenoso schermato da quella ricca pineta progettata dal granduca Leopoldo per proteggere il grano dai venti carichi di salmastro e oggi patrimonio abitato da volpi, scoiattoli e donnole.

 

 

Marina di Cecina

 

Proseguendo in direzione di Grosseto e superato San Vincenzo, nel comune di Piombino si incontrano il Parco archeologico di Baratti e Populonia, nell’area del golfo omonimo e inserito nel sistema della Val di Cornia, dove ammirare le testimonianze più importanti della colonizzazione etrusca.

 

L’insenatura, spesso battuta dal vento, è uno scrigno quasi incontaminato (al netto dell’educazione dei turisti), un ecosistema marino circondato da boschi, vegetazione mediterranea e campi sconfinati che portano alla battigia. Un luogo da godere dotati di bagaglio leggero, dove è possibile portare anche il proprio amico a quattro zampe. Immancabile la maschera per lo snorkeling perché i fondali meritano un’escursione dedicata.

 

Al Parco è opportuno arrivare in punta di piedi, non solo per rispettarne la bellezza paesaggistica ma anche e soprattutto per la presenza della grande necropoli a ridosso del litorale, un vero e proprio museo en plein air. Tra i resti delle necropoli di San Cerbone, Casone e Poggio della Porcareccia, si distinguono ancora le antiche tombe a tumulo del VII secolo a.C. e i sepolcri dell’epoca precedente villanoviana o della successiva ellenistica.

 

Da qui è impossibile non visitare Populonia Alta, piccolo abitato fortificato sulla collina sovrastante e primo e unico esempio di città costiera etrusca. Fuori le mura si sviluppa il percorso archeologico dell’acropoli, con le spoglie dei templi e delle terme, fino agli insediamenti industriali e alle stratificazioni romane e medievali. 

Il Golfo di Baratti

 

Il borgo in pietra, invece, è uno di quei pezzi di Paese dove si allineano, con equilibrio, storia, paesaggio e buon vivere.

Meglio arrivarci nel pomeriggio per avere il tempo di visitare i laboratori di artigianato locale e il piccolo ma prezioso museo che ospita la Collezione Gasparri.

All’interno frammenti provenienti dagli scavi della necropoli o rinvenuti negli abissi come una grande anfora da olio. Nelle teche anche suppellettili del periodo greco, fenicio e romano, a dimostrazione di quanto questo fazzoletto di terra e il suo porto fossero, un tempo, crocevia di gente di mare da tutto il Mediterraneo. Populonia è caratterizzata anche dalla possente rocca difensiva costruita nel 1400 dai signori di Piombino, al cui interno si erge l’antica torre.

Inerpicarsi fin sui camminamenti estremi permette di ammirare un panorama non replicabile con una vista a 360 gradi che si allunga dall’isola d’Elba alle Colline Metallifere fino alle Alpi Apuane.

 

Si finisce la visita nei giardini sottostanti, dove aspettare il tramonto sorseggiando un calice di vermentino di Bolgheri e assaporare un tiepido polpo e patate. Tutto molto bello, con la “e” aperta alla livornese.

 

Articolo tratto La Freccia di agosto 2023