In foto Cala Coticcio, nell’arcipelago della Maddalena (SS)

Acque calde che sgorgano dal cuore della Terra, lagune nascoste tra foreste inestricabili, coste modellate dal soffio del vento e dalla carezza millenaria dell’onda marina. Le piscine naturali d’Italia sono gioielli ambientali dove concedersi un bagno indimenticabile. Una vera e propria immersione nello spettacolo della natura, senza biglietto d’ingresso.

 

Cala Coticcio è una minuscola baia dell’isola di Caprera nell’arcipelago della Maddalena. Un paradiso naturalistico sottoposto a rigorosa tute la ambientale. Sabbia impalpabile, rocce dalle sfumature rosa, spruzzi di macchia mediterranea. Ci si arriva dopo un lungo e faticoso trekking oppure via mare con poche imbarcazioni autorizzate. Le stelle marine e i branchi di pesci colorati avvistati dagli amanti dello snorkeling hanno suggerito il soprannome di Tahiti di Sardegna. Si trova a pochi chilometri di distanza dalla Casa bianca di Giuseppe Garibaldi: l’eroe dei due mondi trascorse la parte finale della sua vita proprio qui e il suo memoriale è meta di visite ogni giorno. Il profumo di mandorle inonda invece i Laghetti di Avola.

 

Nella Riserva naturale Cavagrande del Cassibile, poco lontano da Siracusa, l’acqua ha scavato delle piccole luccicanti conche nella pietra bianca. Tutt’intorno platani e carrubi che riescono a sopravvivere nelle condizioni estreme del canyon pietroso. I Laghetti sono un tesoro nascosto. Il privilegio di un bagno in queste acque è riservato soltanto a chi riesce, con prudente ardimento, a scendere nel crepaccio lungo la Grotta dei Briganti.

 

Non sono per nulla facili da scoprire e raggiungere nemmeno le Cascate Puzzerràti, nel cuore dell’area grecanica calabrese di Ghorio di Roghudi (RC). Il getto d’acqua a strapiombo è una rigenerante sferzata sulla pel le degli escursionisti che a migliaia arrivano in questo paradiso. L’acqua limpidissima precipita tra le rocce e la vegetazione, con un effetto benefico per il bagnante che neanche la spa più moderna e attrezzata può garantire. Da brivido anche l’immersione nelle gelide acque della conca ai piedi delle cascate.

 

Le Grotte della poesia grande e della poesia piccola sono una delle principali attrazioni naturalistiche della costa salentina, in Puglia. La zona di Melendugno (LE) ha conosciuto un vero e proprio boom turistico al ritmo della pizzica nell’ultimo decennio. Il luogo ha un fascino quasi mistico perché le grotte naturali s’incontrano laddove in passato sorgeva un santuario millenario. È greco-medievale l’origine del nome “posià”, luogo dove sgorga l’acqua dolce da bere, la risorsa più preziosa e vitale per una comunità. Ma la poesia è anche nel profilo della costa modellata dal vento, che sembra aver agito con la sensibilità di un poeta. Siamo in Salento, terra de “lu sule, lu mare e lo ientu”. 

Terme di Saturnia (GR)

Terme di Saturnia (GR)

Dalla costa pugliese a quella campana per raggiungere i Bagni della Regina Giovanna (NA), incastonati nella poetica skyline della penisola sorrentina al cospetto del Vesuvio e di fronte all’isola di Capri. La regina che ha ispirato il nome della piscina naturale è Giovanna D’Angiò che qui – narra la maliziosa leggenda – amava fare il bagno senza vesti e accompagnata dai suoi giovanissimi amanti. È un luogo carico di storia che custodisce i resti di una meravigliosa villa romana del I secolo avanti Cristo. Un luogo reso iconico anche dalle avventure galanti di Vittorio De Sica e Sophia Loren protagonisti dell’indimenticabile Pane, amore e… di Dino Risi. È proprio ai Bagni della Regina Giovanna che l’impenitente maresciallo e la bella vedova, neanche troppo inconsolabile, vengono sorpresi ad amoreggiare prima di scatenarsi nel mambo rosso più famoso della storia del cinema italiano.

 

Il sottosuolo dell’Italia centrale è ricco di acque benefiche che sgorgano in superficie donando occasioni di benessere e relax. Sono tante e rinomate le località termali, come Fiuggi (FR), Montecatini (PT) o Salsomaggiore Terme (PR), che hanno trasformato questo dono della natura in ricchezza creando strutture accoglienti con servizi di alta qualità. Ma questa potenza impetuosa nel sottosuolo ha generato anche piscine naturali da godere in totale e spartana semplicità.

 

È il caso delle Piscine Carletti nella Tuscia viterbese, a pochi chilometri dalla Città dei Papi e di Santa Rosa. Gli abitanti del luogo le chiamano “le pozze”: sono le terme libere di Viterbo il cui accesso e uso sono completamente gratuiti. Questo incredibile sito ha due caratteristiche che lo rendono speciale e molto apprezzato dai turisti e dagli amanti del benessere. L’acqua sgorga a 58 gradi conservando quasi intatto il calore della sorgiva e con la sua azione ha creato numerose vasche, le pozze appunto, con temperature diverse. Questo permette, passando da una all’altra, di seguire il classico percorso frigidarium-tepidarium-calidarium. Salus per aquam dicevano i nostri antenati Romani, apprezzando in sommo grado il beneficio rigenerante degli sbalzi di temperatura.  

 

Giove era furibondo con Saturno quando, durante un violento litigio, scaraventò uno dei suoi dardi contro il malcapitato. La saetta colpì violentemente la Terra facendo sgorgare dalle sue viscere acqua torrida come la furia del litigioso padre degli dei. Questa leggenda è alle origini delle Terme di Saturnia, in provincia di Grosseto. Già gli Etruschi, di casa da queste parti, facevano il bagno nelle piscine naturali scavate nella roccia e disposte a gradoni. La temperatura è gradevolissima: 37 gradi. Questo permette di godersi un bagno rilassante anche quando le temperature esterne sono ben più rigide.

 

L’immersione nella piscina naturale di Rio Barbaira (IM), invece, è davvero da brivido. Siamo nei dintorni di Rocchetta Nervina, dove il torrente si tuffa a cascata formando un laghetto. Le acque sono gelide e circondate da fitta vegetazione. Il colore superficiale muta con il mutare delle stagioni: un sorprendente effetto cromatico che premia gli amanti del torrentismo.

 

Il tour di queste suggestive vasche naturali si conclude in Lombardia, alle terme libere di Bormio (SO), che hanno avuto l’onore di una citazione nel Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. In passato erano utilizzate per la pulizia delle pecore, poi gli ovini hanno lasciato il posto ai bagnanti imperterriti, capaci di sfidare anche le rigide temperature di montagna.

 

Sul fondo di una delle vasche, quella dove l’acqua resta più calda, si forma un fango biancastro: applicato sulla pelle contribuisce a renderla più liscia e vellutata. Un vero e proprio trattamento di bellezza en plein air.