Di Felice Cavallaro

Foto: Distretto turistico

Splendenti come luminarie in festa, a marzo i mandorli in fiore fanno da cornice al viaggio che accende la primavera siciliana lungo la Strada degli Scrittori. Dalla meraviglia della Valle dei Templi alla Scala dei Turchi narrata da Andrea Camilleri nel Cane di terracotta. Dal giardino della Kolimbetra attraversato da Luigi Pirandello nei suoi Giganti all’affresco di Leonardo Sciascia sulle Parrocchie di Regalpetra. Dalla Caltanissetta di Pier Maria Rosso di San Secondo all'Agrigento dei Templi, cuore di questi 70 chilometri di letteratura che coincidono con la vecchia statale 640, rimodernata, resa sempre più sicura e rapida dall’Anas che l’ha, appunto, chiamata Strada degli Scrittori. Uno stimolo in più per scoprire case natali, fondazioni, castelli, miniere e spiagge che, oltre l’immaginaria Vigata del commissario Montalbano, offrono un approccio diretto con i grandi del ’900.

 

Fino a lambire la Palma di Montechiaro del Gattopardo, perché nel convento della Beata Corbera il principe Tomasi di Lampedusa descrive il mare, «una macchia di puro colore», le montagne, «ammassi di vapori sul punto di dissolversi», e il sole «sovrano, violento e sfacciato, narcotizzante». Aggettivi rimodulati da Camilleri nel soffocante «cavudo estivo» del Tailleur grigio. Contrapposto alla quiete di stagioni miti, come spesso benevolo è anche marzo per Sciascia, radicato nella vecchia casa della Noce, la campagna di Racalmuto, il buen retiro «dove la luce sembra sorgere da alberi, pietra, acqua...». È la pennellata del maestro di Regalpetra per una preziosa raccolta mai approdata in libreria, stampata, come dice il titolo, per gli amici della Noce.

È la contrada dove il maestro accoglieva Consolo e Bufalino, Guttuso e Tornatore, Sellerio e Scianna, scrittori, registi, editori. Tappa obbligata come la Fondazione Sciascia, la miniera dei “carusi”, il circolo Unione con la poltrona dell’autore di tante scomode verità. A due passi un’altra sosta della Strada degli Scrittori, Favara, la città di Antonio Russello che, oltre il Castello aragonese, sorprende con un prezioso centro d’arte moderna immerso nella casbah di sette cortili, la Cultural Farm. Un invito al viaggio, alla lettura. Cogliendo, attraverso pagine che tanta linfa hanno dato a cinema e teatro, l’opportunità di scoprire ciò che presenta il territorio.

 

Dall’estro artigianale e imprenditoriale alle suggestive atmosfere che fanno da sfondo nei primi dieci giorni di marzo a concerti, danza, arti visive e spettacoli per grandi e piccini. Scatta la Sagra del mandorlo in fiore. Una festa tutt’intorno al Parco archeologico, fondale della Strada e della segnaletica Anas che indica questo percorso dell’anima con i volti degli autori. Senza il rischio di insolenza per averli utilizzati, come assicura Camilleri in un video per i visitatori: «La Strada degli Scrittori è la strada del formaggio che assaggi, del vino che assapori...». Per dire quanto rapporto ci sia fra i luoghi della letteratura e un’intera economia. LF