Foto ©Sabrina Malerba
Cristiano Ronaldo è uno degli sportivi più famosi al mondo. Quando è scoppiata la pandemia, a marzo, ha preso il suo aereo privato e dal nord Italia, territorio dove ci sono stato tanti casi di Covid-19, è tornato a Madeira, l’isola portoghese dove è nato. Nella sua terra di origine ha messo mano al portafogli e, grazie alla sua donazione, ha permesso alle strutture ospedaliere delle città di Porto e Lisbona di avere 35 nuovi posti di terapia intensiva.
Giulia Viacava, invece, è una giocatrice di pallanuoto della nazionale italiana, gioca nell’Orizzonte Catania (il club più titolato d’Europa) e quando è scoppiata la pandemia si è ricordata di avere una laurea in Scienze infermieristiche, ha abbandonato vasca e calottina e, dalla Sicilia, è tornata nella sua Liguria per indossare camice e mascherina.
Scelte differenti per sportivi di primissimo livello che, in questa lotta contro un nemico invisibile, hanno deciso di agire come meglio potevano. Se di CR7, però, sappiamo tutto (o quasi), della 25enne pallanuotista conosciamo molto meno. «Sono nata a Genova, mio padre è medico e mamma infermiera. Sono in un certo senso una figlia d’arte – spiega a FSNews Radio – i miei genitori però mi hanno sempre detto di seguire la mia passione». Una passione che l’ha fatta diventare una giocatrice di pallanuoto, per questo motivo a pochi giorni dal lockdown si trovava a Trieste, in ritiro con le altre azzurre. Ad agosto, prima che venissero posticipati al 2021, si sarebbe dovuti svolgere infatti i Giochi Olimpici a Tokyo e per accedervi il “setterosa” avrebbe dovuto affrontare un torneo di qualificazione. «Voglio togliermi ancora qualche soddisfazione sportiva e le Olimpiadi giapponesi rimangono sicuramente un sogno da realizzare», afferma Giulia. Adesso, però, non è tempo di proiezioni future, c’è un presente da affrontare. Un presente fatto di malati, corsie e residenze sanitarie assistenziali. «Lavoro, infatti, in una RSA di Genova – racconta ancora – appena arrivata non avevo detto a nessuno chi fossi realmente, non volevo favoritismi. Poi la mia storia è uscita sui mass media, a quel punto ho giocato a carte scoperte. Devo ammettere che con i miei colleghi è nata una grande intesa, posso considerarli una squadra al pari di quello sportiva che ho a Catania».
In realtà non è la prima volta che questa giocatrice si è trovata protagonista di un gesto nobile. «Erano appena finiti i mondiali di pallanuoto in Corea del Sud, era il luglio del 2019 – racconta Giulia – l’ultima sera gli atleti usano andare in giro per locali per festeggiare il termine di un’esperienza sportiva. Mi ritrovai in una discoteca dove al mio ingresso crollò il soppalco, istintivamente andai subito a soccorrere le persone ferite». Un gesto partito dal cuore, perché essere infermiera – come diceva Florence Nightingale, considerata la fondatrice moderna dell’assistenza infermieristica – non è solo tecnica, ma un sapere che coinvolge anima, mente e immaginazione.
Cristiano Ronaldo e Giulia Vicava, stessi campioni: così nello sport, come nella vita. La sola differenza è solo una questione di visibilità.
ASCOLTA L'INTERVISTA A GIULIA VIACAVA
Intervista a Ivana Jelinic, amministratrice delegata di Enit
28 febbraio 2024
La donna senza fissa dimora scomparsa nel 1983
02 febbraio 2024