Trovare un pensiero, un sentimento o un’azione che unisca tutti gli uomini del globo non è semplice. Eppure, c’è qualcosa che dovrebbe accomunarci tutti: l’impegno nel proteggere la Terra che ci accoglie. Per celebrarla come si deve, da 52 anni c’è un giorno a lei dedicato: il 22 aprile è la Giornata mondiale della Terra voluta dalle Nazioni Unite. A promuoverla è l’Earth Day Network di Washington, organizzazione non governativa internazionale con sede anche in Italia, che coinvolge ogni anno oltre un miliardo di persone grazie a circa 22mila partner in oltre 190 Paesi.

In Italia, nel 2020, l’arrivo della pandemia ha mandato momentaneamente in soffitta lo storico Villaggio della Terra, che veniva allestito a Roma, per far posto alla maratona multimediale #OnePlanetOnePeople. Anche quest’anno l’appuntamento è on linee sui canali digitali. Tredici ore no stop con numerosi interventi di protagonisti della cultura, della scienza, dell’economia e della ricerca per sviscerare, nelle diverse sfumature, i 17 punti della Agenda 2030 legati alla sostenibilità e all’ambiente.

L'INTERVISTA AL PRESIDENTE DI EARTH DAY ITALIA PIERLUIGI SASSI A CURA DI ALDO MASSIMI

Per meglio conoscere il programma di quest’anno abbiamo incontrato Marina Placido, responsabile Progetti educativi e scuole di Earth Day Italia e il compositore, filosofo e artista di fama mondiale Giovanni Allevi, testimonial dell’edizione 2022. L’artista, che durante la Conferenza Onu sul clima del 2021 ha lanciato il singolo Our Future per riflettere sul futuro del pianeta, è ora in tour con Estasi, il suo nuovo progetto discografico in cui emergono ancora i temi della salva-guardia ambientale.

Giovanni Allevi

Giovanni Allevi, foto di Max Valerio

Anche quest’anno la Giornata della Terra si celebra online. Cosa ci ha insegnato la pandemia?

[MP] A non stancarci di cercare il dialogo, la contaminazione, i ponti tra noi e gli altri. È quello che stiamo sperimentando con tutte le realtà del network Earth Day che si occupano di arte, educazione, scienza, intercultura. E a lasciar parlare i ragazzi che anche quest’anno hanno uno spazio dedicato: la loro centralità nelle questioni climatiche e sociali è straordinaria.

[GA] La pandemia ci ha drammaticamente insegnato che siamo fragili, che la ricerca scientifica e la competenza sono determinanti e che è importantissimo avere delle relazioni reali, non mediate da uno schermo. Ci ha anche dato la possibilità di riscoprire il silenzio, la discrezione, l’attesa. Per molti, pur nella difficoltà, ha rappresentato un periodo estremamente creativo.

Marina Placido

Marina Placido 

Come cambia il vostro spirito di partecipazione davanti a quanto sta accadendo in Ucraina?

[MP] Tutti ci chiediamo quale sia il senso di questa guerra ma pensiamo che il male non avrà mai l’ultima parola. Lo spazio Ponti verso il 2030 ne è la prova. Con collegamenti da diverse parti del mondo, vogliamo mettere in luce l’enorme sforzo di tanti “eroi” della Terra che lavorano per lo sviluppo sostenibile, l’unità e la pace dei popoli. Questo modulo è pensato per creare dei contatti costruttivi tra personaggi noti e sconosciuti, permettere in relazione battaglie civili, dimensioni locali e globali, creando prospettive e scenari futuri. Uno dei focus di quest’anno è il Mediterraneo come crocevia di cultura, dialogo e salvaguardia ambientale. Le voci degli esperti si alternano ai protagonisti che hanno vissuto direttamente l’accoglienza come possibilità.

[GA] Come chiunque sono in apprensione. Ma desidero con tutto me stesso che il dialogo e la diplomazia prendano il posto dei cannoni. Non posso credere che si sia sviluppata una guerra che non vuole nessuno e non posso accettare che si siano perse vite innocenti. È necessario che persone illuminate tornino a parlarsi, e lo facciano col cuore.

Come possiamo contribuire personalmente alla tutela dell’ambiente?

[MP] Bastano semplici gesti quotidiani, dalla scelta di prodotti ecologici fino al loro riciclo o riuso. A tavola, bisogna preferire la stagionalità degli alimenti, che fa anche bene alla salute.

[GA] L’unico modo per rapportarsi a una realtà complessa è studiare. In questi ultimi anni si è imposto il culto della semplificazione e dell’immediatezza, ma le cose sono molto più articolate di quanto appaiano. Per immaginare il futuro bisogna comprendere il passato, mentre per il momento siamo intrappolati in un eterno presente che è asfittico e privo di prospettive. È in ballo una questione morale che implica una scelta: tenerci stretti il piccolo benessere che ci resta o guardare alle generazioni future e consegnare loro un mondo più bello, in pace e pulito? Per me vale la pena impegnarsi in uno scenario più vasto, anche se questo prevede qualche rinuncia.

La maratona online organizzata per la Giornata mondiale della Terra 2021, foto di M. Riccardi

Qualche anticipazione su #OnePeopleOnePlanet?

[MP] È un vero e proprio laboratorio di dialogo che attraversa gli infiniti mondi di arte e cultura, sport e spettacolo, educazione e divertimento, scienza e innovazione. Ed è il luogo dei giovani: musicisti, attori, artisti e startupper che lanciano il loro messaggio per la Terra, regalandoci la bellezza della loro creatività. Un’attenzione particolare è rivolta anche ai più piccoli con spazi dedicati alla cittadinanza attiva, alla sostenibilità, alla divulgazione scientifica, grazie al lungo lavoro portato avanti con diversi istituti scolastici in tutta Italia, e alcune bellissime testimonianze di scuole dal mondo. Vogliamo ripercorrere l’esperienza di Youth4Climate, l’evento dedicato ai giovani che si è svolto prima dell’annuale Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a fine ottobre 2021, per programmare i lavori verso la prossima conferenza, che si terrà a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Per questo, abbiamo creato uno spazio chiamato Fate chiasso! Abbiamo bisogno proprio di quel chiasso, fatto di musica, speranza e azioni concrete per il pianeta

[GA] Sarà un momento di grande riflessione e vicinanza.

Un appello da lanciare in vista del 22 aprile?

[MP] #OnePeopleOnePlanet è già un appello. È un’esperienza avvincente che vuole fare luce su tutto il bello che c’è oggi da difendere. E dare voce a tutti coloro che producono e promuovono questa bellezza ogni giorno, nonostante tutto.

[GA] Vorrei affidarmi alle parole di Galileo Galilei: «Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella». Un modo per dire che le nostre azioni sono misteriosamente collegate all’intero Universo e non è vero che singolarmente non possiamo fare nulla. Vorrei far arrivare la mia musica soprattutto ai giovani che hanno capito l’immenso valore della natura e ci ricordano quanto sia preziosa la pace. La società contemporanea deve recuperare l’innocenza, lo stupore incantato dei più piccoli e la sacralità di ogni singola vita, limitandola brama di ricchezza e potere, che conduce i popoli verso il conflitto, tipica del mondo degli adulti.

Articolo tratto da La Freccia.