Il Cortile della Rocchetta nel Castello Sforzesco, Milano © Majed/AdobeStock

Il Castello Sforzesco è l’ultimo luogo culturale, in ordine di tempo, a essere stato scelto per il progetto sociale inclusivo Un museo per tutti. «Nato nel 2015 per volontà della Fondazione De Agostini e dell’associazione L’abilità, di cui sono il direttore, ha l’obiettivo di rendere accessibili alle persone con disabilità intellettiva luoghi d’arte e siti archeologici», spiega Carlo Riva.

 

«Chiunque ha diritto all’inclusione e alla cultura, come indicato nella convenzione Onu. Anche le persone con deficit di memoria, attenzione, concentrazione, orientamento o gestione di emozioni e comportamenti, a livelli diversi». Una proposta nuova, quindi, rispetto alle iniziative più longeve tese a far superare le barriere architettoniche e a favorire l’accesso ai non vedenti o ad altre categorie con impedimenti fisici.

Affresco della Villa di Livia esposto a Palazzo Massimo, Roma

L’iniziativa coinvolge due milioni di persone in tutta Italia, tra chi ha disabilità intellettive, adulti o bambini che siano, genitori e caregiver. «Lo scopo è migliorare la qualità di vita di questi individui, avvicinandoli alla cultura. Non si tratta di terapie o laboratori dedicati solo a loro, ma di un’esperienza da vivere in autonomia e libertà, entrando in un museo con chi e quando si vuole».

 

Sono 28 le realtà italiane coinvolte, da Nord a Sud. Si va dalla Venaria Reale di Torino al Negozio Olivetti di Venezia, dalle quattro sedi del Museo nazionale romano nella Capitale all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate nella campagna leccese. Tutti luoghi che hanno scelto di aprirsi a ogni tipo di pubblico. È un’idea di museo partecipativo che piace, tanto che, dopo un anno e mezzo, è nato anche Bene Fai per tutti, una costola del progetto, che coinvolge i luoghi curati dal Fondo ambiente italiano. Come per esempio, tra gli altri, il Bosco di San Francesco ad Assisi, il Giardino della Kolymbethra ad Agrigento, il Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM).

Il Castello Sforzesco a Milano

Lo scorso dicembre si è aggiunta un’altra tappa di riguardo: il Castello Sforzesco di Milano, con i sei musei al suo interno, come quello dei mobili e delle sculture lignee o quello degli strumenti musicali. E non è tutto. «Nei prossimi mesi», ci confida Riva, «sono previste due new entry, uniche e straordinarie per valore storico e artistico: il Parco archeologico di Pompei (NA) e la Pinacoteca di Brera a Milano». Per ognuno di questi posti sono state realizzate alcune guide da scaricare dai siti web dei musei o all’indirizzo museopertutti.org.

 

Magari, dopo una prima lettura del materiale, si può organizzare la visita in autonomia con chi si vuole: educatori, familiari, amici o compagni di scuola. Il linguaggio utilizzato per le guide è codificato a livello europeo. Si chiama Easy to read, perché ha una sintassi semplice senza forme passive, con frasi brevi e la continua ripetizione del soggetto.

 

Nella pubblicazione è compresa anche una guida sociale che spiega alla persona come fare il biglietto, per esempio, o avvisa se alcune opere non si possono toccare ma che in alcuni luoghi è possibile sedersi a terra. Nella pubblicazione completa è contenuta la descrizione del museo e di dieci opere selezionate.

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In aggiunta, si possono scaricare o consultare mappe di orientamento semplificato e una cartina sensoriale che segnala, per esempio, se c’è troppa o poca luce, se i luoghi sono affollati o se ci sono elementi di disturbo. La guida ha anche una versione realizzata con la Comunicazione aumentativa alternativa (Caa) che utilizza pittogrammi, simboli, icone e un linguaggio ancora più semplice e universale della versione Easy to read.

 

Infine, sul posto ci si può rivolgere al personale del settore educativo e a quello della biglietteria e della sala, formato per accogliere e comunicare nel modo giusto, senza suscitare timori o incomprensioni. Una volta usciti, gli effetti ottenuti sono molto incoraggianti: «Il più importante è la memorizzazione dell’esperienza, perché le persone tornano a casa con un’emozione in più. E anche chi li accompagna percepisce una sensazione di benessere durante la visita. E questa è la prova che la bellezza può curare», conclude il presidente.

 

«Se la visita ti è piaciuta puoi tornare quando vuoi», è l’invito finale scritto sulle guide, nuove compagne di viaggio e di emozioni. Per tutti, nessuno escluso.

Articolo tratto da La Freccia

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