C’era anche FS Italiane a parlare della sfida di sostenibilità delle imprese italiane agli Stati Generali della Green Economy, iniziati ieri nell’ambito di Ecomondo per ospitare un confronto tra i principali stakeholder italiani ed elaborare strategie condivise.

 

FS CONTRO IL RITORNO ALL’AUTO PRIVATA

A rappresentare il Gruppo FS nella sessione plenaria internazionale intitolata “Governi e imprese green nel nuovo contesto globale” c’era Lorenzo Radice, Responsabile Sostenibilità di FS Italiane. Nel suo intervento ha sottolineato l’impegno di FS per fermare il ritorno all’auto privata a cui si è assistito con lo scoppio della pandemia da Coronavirus. «Se da un lato c’è stato un incremento degli spostamenti a piedi e dell’utilizzo di bici e monopattini, dall’altro molte persone preferiscono l’auto privata per la poca fiducia nei mezzi pubblici», ha spiegato Radice, ribadendo che muoversi con la macchina, magari a benzina e con solo il conducente a bordo, ha costi enormi in termini di inquinamento, congestionamento e incidenti.

 

FS sta lavorando per contrastare questa tendenza, garantendo la sicurezza dei passeggeri con la sanificazione dei treni, l’installazione di dispenser di disinfettante, la distribuzione di safety kit a bordo e il controllo degli accessi attraverso i sistemi di prenotazione di Trenitalia.

FS è poi il primo grande investitore del Paese e «vuole essere uno dei principali volani di utilizzo del Recovery Fund, che può essere impiegato per interventi legati alle infrastrutture ferroviarie come il Terzo valico, la linea ad alta velocità Brescia-Verona, la linea Palermo-Catania-Messina e la Napoli-Bari», ha proseguito Radice.

 

LA STRATEGIA DI SOSTENIBILITÀ TARGATA FS

L’impegno per una mobilità sostenibile non è una novità dell’ultima ora per Ferrovie dello Stato. Radice ha ricordato che nel 2019 sono stati fissati tre obiettivi di lungo periodo: il primo è proprio quello di incoraggiare le persone che si muovono con la propria automobile a optare per mezzi pubblici, ecologici o condivisi, per ottenere un modal shift del 5% entro il 2030 e del 15% entro il 2050. Stessa logica per il trasporto delle merci: entro il 2050 FS punta a portare al 50% la quota di quelle movimentate su ferro. Inoltre si lavora per abbattere le emissioni di CO2 fino a conquistare la carbon neutrality nel 2050 e per ridurre gli incidenti mortali che coinvolgono viaggiatori e personale fino ad azzerarli nel 2050.

 

Non solo traguardi a cui approdare in un prossimo futuro, ma anche azioni tangibili nel presente tra cui: l’emissione di Green Bond per un valore di 1,3 miliardi per finanziare treni con elevate performance ambientali; il rilancio del trasporto regionale con 600 nuovi convogli come i treni Pop e Rock che permettono di ridurre del 30% i consumi energetici rispetto ai treni della generazione precedente; la progettazione e realizzazione di infrastrutture resilienti e sostenibili. O ancora la recente firma di un memorandum d’intesa con Snam per lo sviluppo del trasporto ferroviario a idrogeno.

STAZIONI COME HUB INTERMODALI PER LA MOBILITÀ DEL FUTURO

Gli Stati Generali della Green Economy hanno anche ospitato la sessione conclusiva della IV Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, di cui FS Italiane è partner. Oltre alla presentazione del IV Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility, si è discusso della gestione dello spazio pubblico e del ruolo della mobilità condivisa.

 

Sara Venturoni, Direttore Stazioni di Rete Ferroviaria Italiana, ha messo in evidenza la stretta cooperazione di RFI con istituzioni ed enti locali per progettare e realizzare le stazioni, spesso collocate nel cuore delle città. Tale cooperazione si alimenta attraverso la collaborazione con il ministero dei Trasporti, i protocolli d’intesa con diverse Regioni riguardanti l’intermodalità e il confronto costante con i Comuni per la definizione e attuazione dei PUMS (Piani Urbani della Mobilità Sostenibile).

 

RFI è proprietaria di molti spazi antistanti alle stazioni e tra i suoi intenti c'è quello di farli evolvere in luoghi dedicati alla mobilità pubblica, condivisa e dolce massimizzandone la qualità e aumentandone la capacità in termini trasportistici.

«Il prossimo anno RFI aprirà circa 20 cantieri in città dove i PUMS sono stati adottati o sono in fase di redazione. Le amministrazioni locali dovrebbero concentrarsi sempre di più sul potenziamento di alcuni luoghi chiave in grado di innescare meccanismi virtuosi di trasformazione della città, non solo in fatto di mobilità ma anche di qualità dello spazio e di offerta di nuovi servizi. E la stazione può essere un’opportunità per i nuovi modelli di sviluppo urbanistico», ha commentato Venturoni.

 

Il focus si è poi spostato sul MaaS (Mobility as a service) e sulla digitalizzazione. Venturoni ha sottolineato come questi siano due elementi centrali anche per FS, ricordando che due anni fa il Gruppo si è ulteriormente allargato con la nascita di Nugo, società che integra diversi operatori della mobilità all’interno di un’unica piattaforma con il fine di semplificare la pianificazione di viaggi e spostamenti. 

RFI sta esercitando un ruolo importante nella messa a disposizione degli spazi fisici necessari per lo sviluppo del MaaS. Ma non si limita soltanto alla concessione delle aree perché lavora anche per progettarle a partire dalla domanda dei viaggiatori. Attraverso un approccio data-driven, infatti, raccoglie i dati degli utenti in stazione per capire quanti potrebbero utilizzare servizi di car/scooter/bike sharing e studiare così sistemi di mobilità che integrino il treno con altre modalità di trasporto.

 

Per far questo, tuttavia, c’è bisogno di un quadro di riferimento: «Non è semplice creare spazi in grado di accogliere i nuovi operatori della mobilità e soddisfare le loro esigenze perché i codici non li contemplano. Per il car sharing, ad esempio, l’emanazione di ordinanze comunali ha permesso di connotare i luoghi dedicati al servizio con una riconoscibilità precipua. Per altre modalità, invece, non è possibile fare lo stesso perché non esiste ancora un impianto regolatorio adeguato», ha concluso Venturoni.