Nel 2020 gli italiani si sono spostati molto meno e verso luoghi vicini. Il trasporto pubblico locale ha subito una forte crisi e moltissimi hanno scelto di muoversi a piedi, in bici o in monopattino. Il 2021 ha visto una consistente ripresa della mobilità, anche se non si sono ristabiliti i livelli pre-pandemici. L’auto resta il mezzo più utilizzato e nel 2021 guadagna terreno a scapito della mobilità dolce.

 

Questa la fotografia scattata dal 18° Rapporto Audimob realizzato da Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca sui Trasporti), in collaborazione con il Cnel e il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e con il contributo scientifico di Agens e Asstra. All’evento di presentazione ha partecipato anche FS Italiane.

I DATI DEL RAPPORTO AUDIMOB

Nel 2020 i volumi di mobilità durante i giorni feriali si sono ridotti, rispetto al 2019, del 22,3% in termini di spostamenti e del 39,8% in termini di distanze coperte. Nei festivi si registra una flessione anche superiore (-31,1%). Un annus horribilis per i mezzi pubblici, che hanno risentito delle regole del distanziamento sociale e della paura del contagio, perdendo nel corso del 2020 oltre la metà dei passeggeri. È cresciuta, invece, la mobilità dolce, grazie soprattutto agli spostamenti a piedi – il cui peso è passato dal 20,8% del 2019 al 29% del 2020 – e al consolidamento della bicicletta e della micromobilità (dal 3,3% al 3,8%). L’automobile ha mantenuto la sua posizione dominante nelle scelte degli italiani, riducendo lo share modale di soli 2,5 punti (dal 62,5% al 59%).

 

Il rapporto Isfort comprende anche i dati, congiunturali e provvisori, relativi ai primi nove mesi del 2021. A settembre e ottobre il tasso di mobilità è arrivato al 77,2% (contro il 67,7% della media 2020, ma l’84,5% della media 2019), mentre il volume di spostamenti è cresciuto del 15% rispetto al 2020 (ma ancora inferiore del -12% rispetto alla media 2019). Da aprile in poi, con il decollo della campagna vaccinale, la domanda di mobilità ha sperimentato una significativa accelerazione che si è confermata dopo l’estate. La prima metà del 2021 ha visto il recupero della quota modale dell’auto, ormai ai livelli pre-Covid, a scapito della mobilità dolce che è in fase di riassestamento dopo il boom del 2020. 

LA TRANSIZIONE VERSO LA MOBILITÁ SOSTENIBILE

Carlo Carminucci, direttore della Ricerca di Isfort, ha spiegato come lo scenario post-pandemia offra nuove opportunità e ampli il concetto di mobilità sostenibile, introducendo gli obiettivi di innovazione, inclusione e resilienza. «La situazione sanitaria è migliore rispetto a un anno fa, l’Europa sta imprimendo un’accelerazione alla lotta al cambiamento climatico e il Pnrr, con la sua forte iniezione di risorse, può migliorare sensibilmente il sistema dei trasporti e delle infrastrutture. La nuova normalità non deve essere un ritorno al passato», ha affermato Carminucci. Il Rapporto suggerisce all'agenda politica alcuni interventi su cui puntare: «promuovere la pianificazione strategica urbana di prossimità, restituire centralità al trasporto pubblico e sensibilizzare verso una mobilità sicura ed ecologica».

LE AZIONI DEL MIMS

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, è intervenuto all’evento dell’Isfort spiegando come si sta muovendo il suo dicastero: «Per provare a migliorare la mobilità è fondamentale la riforma del trasporto pubblico locale. È necessario potenziare il servizio per incontrare le nuove esigenze e la nuova domanda». Giovannini ha proseguito ricordando che nella legge di Bilancio «il fondo per il Tpl aumenta, per la prima volta dopo tanti anni, di 1,3 miliardi. Questi fondi aggiuntivi dovranno essere utilizzati per orientare le scelte delle aziende e delle amministrazioni verso una maggiore efficienza e qualità del servizio, verso la trasformazione digitale ed ecologica». Secondo Giavannini occorre poi «massimizzare le pratiche che già esistono relative alla mobilità come servizio».

 

Cruciali per il passaggio verso una mobilità sostenibile anche i comportamenti individuali: «Abbiamo chiesto alla Commissione Europea, nell'ambito del Pnrr, di aiutarci con un progetto che guardi all'economia comportamentale e quindi agli elementi psicologici. Una “spinta gentile” per individuare incentivi che favoriscano un cambio di mentalità nelle persone».

LA RETE FERROVIARIA COME PERNO DELLA MOBILITÁ INTEGRATA

Alla presentazione del rapporto è seguita la tavola rotonda “Per una nuova governance della domanda e dell’offerta di mobilità nello scenario post-pandemico”. Tra gli ospiti Mario Tartaglia, Responsabile Modelli, Studi Strategici e Statistica Ufficiale di Ferrovie dello Stato Italiane.

«La ricerca Audimob ci ha mostrato chiaramente come la pandemia abbia inferto un duro colpo al trasporto pubblico. Tuttavia la crisi sanitaria è solo un tassello di un mosaico molto più grande, che non ha iniziato a modificarsi nel 2020, e che include la crisi climatica, il ripensamento del modello di globalizzazione economica, l’invecchiamento della popolazione. Il mondo della mobilità deve prendere in considerazione tutto questo», ha commentato Tartaglia.

 

Davanti a queste nuove prospettive è necessario: «Costruire un’offerta di trasporto pubblico flessibile e on demand. Bisogna sviluppare una mobilità integrata efficiente ed elastica. Anche grazie agli investimenti del Pnrr, la rete ferroviaria diventerà la spina dorsale della mobilità integrata del futuro, l’elemento abilitante di quella transizione ecologica ormai imprescindibile». Tartaglia ha aggiunto che, per una governance ottimale della mobilità, è importante la capacità di leggere e interpretare la realtà, rilevare dati e costruire modelli di simulazione della domanda di trasporto. Tuttavia «manca ancora un’infrastruttura nazionale di condivisione di dati di mobilità, una National Mobility Survey». La collaborazione nata tra Isfort e Ferrovie dello Stato va proprio nella direzione di lavorare con i dati, immaginare gli scenari futuri e adattare l’offerta.