Un museo immersivo, che mira alla creazione di uno spazio di fruizione culturale permanente: nasce MuST23, il Museo Stazione 23 maggio a Capaci, nella cittadina che 32 anni fa per il mondo, diventò sinonimo di strage. Partire da quell’evento drammatico per raccontare, attraverso le nuove tecnologie, la resistenza alla mafia e l’impegno per la valorizzazione del territorio: dall’importante lavoro del giudice Falcone all’impegno della società civile, dagli arresti dei più importanti boss alle eccellenze siciliane.
MuST23 è un luogo dove la storia si racconta per comprenderne le dinamiche e ricostruire un senso. L’obiettivo è quello di raccontare 32 anni di lotte, di successi, anche di delusioni nella lotta alla mafia. Raccontare un territorio che non è solo un pezzo di autostrada saltato per aria.
Lo spazio è quello dell’ex stazione ferroviaria di Capaci, concessa in comodato d’uso gratuito da RFI (Rete Ferroviaria Italiana). «La stazione che diventa museo, luogo di cultura e memoria» ha detto il Presidente di RFI Dario Lo Bosco «MuST23 è questo, un viaggio nella resistenza alla mafia, attraverso i ricordi dell’importante lavoro del giudice Falcone. Rete Ferroviaria Italiana ha concesso in comodato d’uso gratuito l’ex stazione di Capaci, sposando sin da subito i valori dell’iniziativa e segnando così un altro passo importante nell’utilizzo delle stazioni come simbolo di appartenenza al territorio. Un’ex stazione che diventa, quindi, un luogo interattivo e multimediale, un’area di aggregazione e di valori comuni»
Nello spazio dello scalo merci in disuso sono stati allestiti cinque container dai colori accesi: due sono sale immersive con visori e realtà virtuale per “entrare” in autostrada immediatamente dopo l’esplosione, ascoltare testimonianze, guardare immagini di repertorio; un terzo container contiene nove monitor per vedere e ascoltare le parole di Giovanni Falcone.
MuST23, nelle intenzioni dei responsabili sarà un progetto di rigenerazione urbana per Capaci, che vuole mostrare la sua bellezza e nella voglia di reagire alla violenza mafiosa. MuST23 ambisce a diventare un hub culturale, una casa delle associazioni, un cinema sotto le stelle, un teatro, un luogo di aggregazione giovanile, tutto quello che adesso Capaci non ha.
Feltrinelli “abiterà” uno dei container. Un punto di riferimento per la collettività grazie al polo di fruizione culturale permanente, testimonianza di impegno civico nella resistenza alla mafia. «Quando nasce una libreria nasce un nuovo spazio dove le idee si intrecciano e il senso di comunità e di responsabilità civile si alimenta con la potenza» spiega Alessandra Carra, AD del Gruppo Feltrinelli. Infine, un’area sarà dedicata alla mostra fotografica “L’eredità di Falcone e Borsellino” ideata e realizzata dall’Ansa, media partner del progetto.
Dodici visori Meta Quest3 consentiranno di essere proiettati, grazie alla realtà virtuale, in autostrada nei secondi immediatamente successivi all’esplosione. L’esperienza, ideata da MuST23 e realizzata dalla cooperativa Mediterranei, dura circa 20 minuti e permette di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti, dei soccorritori, dei primi testimoni. Interagendo con gli oggetti presenti in autostrada, infatti, partiranno filmati di repertorio dagli archivi della Rai, media partner del museo. Le voci di fondo che si sentono sono i messaggi radio autentici della polizia, tratte da "Voci di Capaci", il documentario di Ernesto Oliva e Antonio Prestigiacomo.
«MuST23 nasce per diversi motivi e con diversi. Vogliamo che la figura di Giovanni Falcone non venga dimenticata; e vogliamo raccontare quel 23 maggio ‘92 per quello che è stato per noi, l’inizio di un cammino di riscatto e di liberazione. L’obiettivo è quello informare, educare ma anche emozionare per spingere all’impegno. Conoscere quello che successe oltre 30 anni fa, quando nessuno degli studenti di adesso era ancora nato, riduce il rischio di indifferenza alle mafie» ha commentato Dario Riccobono, direttore responsabile di MuST23.
MuST23 è un progetto di Addiopizzo Travel e Capaci No Mafia con la direzione artistica di Davì Lamastra, finanziato da Invitalia (misura Cultura Crea 2.0), Legacoop, CoopFond, Fondazione Pico, Google.org e Banca d'Italia, con il gratuito patrocinio del Comune di Capaci.
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