Cos’è e quali sono gli obiettivi di ANSFISA, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali? È il suo direttore Fabio Croccolo a spiegarlo e a parlarne in un’intervista concessa all’agenzia di stampa Ferpress. Il nome stesso dell’ANSFISA, voluta dall’allora ministro dei trasporti e delle infrastrutture all’indomani del tragico crollo a Genova del ponte Morandi, indica chiaramente la sua mission: sicurezza, anzi “una nuova cultura della sicurezza”, come emerge dall’intervista. Quella che gli anglosassoni circoscrivono con il termine safety, infrastrutture e sistemi di trasporto terrestre che garantiscano l’incolumità dei suoi utilizzatori.

 

Chiari gli obiettivi nelle parole del suo direttore. “ANSFISA è un’agenzia con competenze molto ampie che abbracciano la sicurezza dell’intero sistema dei trasporti terrestri. Il nostro obiettivo è quello di armonizzare i livelli di sicurezza nei vari contesti, estendendo le buone pratiche che esistono a situazioni o settori che ancora non sono allineati affinché la catena della sicurezza, la cui responsabilità per legge rimane esclusivamente in capo ai gestori e alle aziende, possa essere fluida ed uniforme in ogni contesto sottoposto alla nostra competenza. Saremo quindi impegnati a promuovere l’adozione da parte dei gestori delle reti stradali e autostradali di sistemi di gestione della sicurezza (SGS) per le attività di verifica e manutenzione, come attualmente avviene in campo ferroviario.” Questo perché l’ANSFISA ha assorbito le competenze una volta dell’ANSF, Agenzia che da oltre 10 anni presiede la sicurezza in ambito ferroviario, estendendo le competenze anche a strade, autostrade e sistemi rapidi di massa, come le metropolitane. Lo racconta così Croccolo.

 

“ANSFISA ha raggiunto la piena operatività a livello amministrativo lo scorso 30 novembre a seguito dell’entrata in vigore del decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del 25 novembre 2020. Da quando sono direttore di ANSFISA, ovvero dal dicembre del 2019, abbiamo lavorato molto intensamente per mettere in piedi la nuova struttura, incorporando ANSF.” Oggi l’Agenzia ha individuato i dirigenti generali che guidano la due direzioni di ANSFISA: quella per la sicurezza ferroviaria e quella per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali, delle gallerie e dei sistemi di trasporto rapido di massa. Ha istituito un Comitato direttivo, selezionato altre 61 unità di personale, individuata la sede contrale a Roma affiancata dallo storico ufficio di Ansf a Firenze e da una nuova sede a Genova. E sta valutando la possibilità di aprire un punto di riferimento anche al sud. Anche se sono ancora molte le criticità da sanare, come dice esplicitamente Croccolo nell’intervista. Perché un’agenzia dalle competenze così ampie e ramificate nel territorio nazionale ha bisogno di un organico ricco, numericamente e per qualità.

 

“Oggi abbiamo 161 dipendenti, poco più del 28% dei 569 che secondo la legge ANSFISA dovrebbe avere a regime. Abbiamo avuto difficoltà a reperire alcuni profili altamente specializzati, mentre non riusciamo ad assumere dirigenti per la direzione delle infrastrutture stradali”. Ma sbaglia chi pensa che ANSFISA faccia o possa fare controlli diretti sulle infrastrutture e sui sistemi, la sua attività si concentrerà soprattutto sui processi. “I processi di verifica e manutenzione di tutti i gestori a regime saranno codificati e certificati, adattati alla tipologia di infrastruttura, prendendo in considerazione una serie di parametri e peculiarità. D’altra parte, attivare un controllo capillare sul campo risulterebbe impensabile con i nostri mezzi e le nostre risorse. Per controllare ogni chilometro della rete ferroviaria, stradale, autostradale e i sistemi rapidi di massa ci vorrebbe un esercito […] molto più proficuo lavorare sui processi, sulla certificazione e sul monitoraggio, responsabilizzando i gestori dei grandi asset pubblici.”

 

All’intervistatore che chiede conto di questa tipologia di controlli che non verificano direttamente il prodotto, Croccolo è ancora più preciso. “La pubblica amministrazione ha sempre avuto l’abitudine di controllare più i prodotti che i processi, ma come ho già detto, fare questo richiederebbe risorse non compatibili con strutture pubbliche e […] sarebbe comunque inutile controllare per l’ennesima volta il singolo pezzo dimenticandosi di analizzare il processo attraverso il quale viene garantita la sicurezza dell’intero sistema. Aziende e gestori devono fare un passo in avanti verso la cultura della sicurezza, quella che in Europa chiamano  Just Culture […]una organizzazione interna che, senza giustificare gravi violazioni, considera come inevitabile l’errore umano e lavora affinché sia gestito e minimizzato grazie a una serie di azioni di ridondanza […]. Lo sforzo di ANSFISA sarà quello di valorizzare competenze in grado di controllare se l’intera catena della sicurezza è progettata per sostenere un rischio accettabile, considerando che, come più volte ribadito, il rischio zero non esiste.”